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Da Letta a Bonaccini o Schlein? A capo del Pd metteteci un influencer

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Arnaldo Magro
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È il destino bellezza, che in questo caso fin troppo si accanisce. Chiara Ferragni ha dismesso i panni della femminista part time, per rispondere al ben più remunerativo richiamo, della fashion week parigina. Ed è proprio nella capitale francese che, tra non molto, dovrebbe far ritorno anche Enrico Letta. Con la sconfitta in valigia e la morte nel cuore. Dopo una campagna elettorale disastrosa, resa financo ridicola dopo l'intermediazione dell'influencer e dei simili artisti, siamo arrivati dunque ai saluti. Aveva provato anche ad auto-rassicurarsi: «Pure dopo il voto io sarò ancora qui».

 

Niente da fare per il professore, anche il secondo mandato politico è risultato fallimentare. Questa volta ce lo hanno mandato, senza neanche poter ascrivere colpe a Matteo Renzi. Pare che negli ultimi giorni persino Mario Draghi si fosse premurato di chiamarlo.

 

«Sta sbagliando temi, le consiglio di dire anche solo una cosa di sinistra». Lo stesso premier dimissionario lo aveva messo in guardia: «Così avrà gioco facile il Movimento, vi porteranno via argomenti e consenso». Il professore non ha voluto virare rotta, incentrando il tutto sul solo allarme democratico. Una debacle totale. Ora scalpita Bonaccini, anche se deve superare ancora la concorrenza interna della potente corrente franceschiniana. Elly Schlein invece è considerata brava e di prospettiva ma ancora troppo giovane.

 

«È una donna, mediaticamente potrebbe cavalcare le tematiche delle donne ma è ancora acerba». Giudizi maschili e di una classe dirigente che rivendica pantaloni. Che per ragioni utilitaristiche, parla di tematiche femminili. Tanto valeva a questo punto farle dire all'influecer.

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