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Giovanni Toti e la vittoria di Fratelli d'Italia, dove ha preso i voti Giorgia Meloni

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Giovanni Toti, presidente della Liguria, analizza i flussi di voti del centrodestra. In un'intervista al Secolo XIX, l'esponente di "Noi Moderati" svela com'è stato possibile il trionfo di Meloni e di Fratelli d'Italia. Da dove sono arrivate le preferenze che hanno consentito alla coalizione di centrodestra di andare al governo? «Mi sembra chiaro che l’unico vincitore che decuplica le preferenze ed è il vero traino del centrodestra è Fratelli d’Italia. Tutti gli altri o reggono o hanno risultati deludenti come, è inutile nasconderlo, la nostra lista. Dall’altra parte il Pd ha le difficoltà che tutti sanno mentre il M5S è riuscito a far dimenticare di essere stato il partito di governo dell’ultima legislatura». Così il presidente della Liguria ed esponente di Noi Moderati, Giovanni Toti in un’intervista al Secolo XIX in cui sottolinea: «Non c’è dubbio che la Lega ha passato voti a FdI, in parte anche noi con le liste moderate: la coalizione qui in Liguria si conferma coalizione di governo ma rispetto alle regionali perde una quindicina di punti segno che un baricentro è ancora da trovare».

 

 

 

 

 

E su Noi Moderati, specifica che l’esperimento non ha funzionato né a livello nazionale né locale. «Da un lato è la maledizione delle fusioni tra liste che è storia antica, nonostante la generosità di mettere insieme storie differenti. La campagna d’agosto di tre settimane sotto il sole non ha certamente aiutato». E a livello locale? «Rilevo che l’anima civico-moderata di centrodestra che è valsa quasi il 30% alle ultime comunali non ha capito questa proposta politica e si è sparpagliata tra FdI, Forza Italia, Calenda e Renzi. Su questo dobbiamo fare un ragionamento perché a livello nazionale comunque portiamo a casa una decina di parlamentari, mentre a livello locale è l’ora di fare un ragionamento più compiuto e strutturale. Occorre uno scatto della classe dirigente. Una struttura, la volontà di mettere insieme le esperienze di Genova, di Spezia, di Imperia, del territorio e di slegarle anche dall’etichetta di "amici di Toti". Parlo di creare qualcosa che duri e che porti avanti le istanze del territorio da un punto di vista liberale, civico, moderato. Che in prospettiva possa farsi valere anche in ambito nazionale».

E sulla scelta di non seguire il Terzo Polo spiega: «Abbiamo preferito cercare di dare una solida gamba moderata a una coalizione con l’ambizione di guidare il Paese». Teme le richieste di Fratelli d’Italia per il rimpasto di giunta? «FdI ha una buona rappresentanza e avrà ancora due assessori, sceglieremo insieme come ridistribuire un pacchetto importante di deleghe, quelle dei due assessori eletti e quelle della presidenza, figlie di un momento emergenziale. Ho già sentito Edoardo Rixi, Matteo Rosso e Carlo Bagnasco. Ci siederemo intorno a un tavolo, facciamo questo tagliando di mid term ma non cambiamo programma, orizzonti e obiettivi».

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