Elezioni politiche 2022, Fratelli d'Italia primo partito a Roma
Dalla «rossa» Garbatella a Palazzo Chigi con l’abbraccio della sua Capitale. Così Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia è salita sul podio più alto, diventando il primo partito in una città, e in una regione, governate dal centrosinistra. Un riscatto da record ad appena un anno dalla clamorosa sconfitta alle comunali con Enrico Michetti. Nei nove collegi della Camera e nei tre del Senato, che comprendono Roma e provincia, il centrodestra ha vinto in dieci su dodici, lasciando al Pd soltanto la roccaforte del centro storico (ma solo nella circoscrizione Camera) a Palo Ciani e l’Ardeatino all’ex assessore veltroniano Roberto Morassut. Tutto il resto è una debacle.
Numeri, innanzitutto. Nella Circoscrizione Lazio 1 (Camera dei Deputati) l’affluenza dei 2 milioni 867.859 votanti è stata del 65,33% in leggera flessione rispetto alle precedenti elezioni, complici il Covid e le urne aperte solo nella giornata di domenica. La coalizione del centrodestra con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati ha ottenuto il 40% delle preferenze, pari a 704.198 voti; la coalizione del centrosinistra, composta da Pd, Alleanza Verdi e sinistra, +Europa e Impegno civico di Luigi Di Maio si è fermata al 29,87% pari a 513.136 voti; sul terzo gradino del podio il Movimento 5 Stelle con il 14,60% pari a 250.788 voti; subito dietro il Terzo Polo di Calenda con il 9,23% pari a 158.514 schede a favore. Sotto la soglia del 3% Italiexit di Paragone, Unione Popolare di De Magistris, Italia Sovrana Popolare e Vita. Nelle preferenze di lista è Fratelli d’Italia a guidare con il 29,94%, (al Senato al 31,52) segue il Pd con il 21,52 e il Movimento 5 Stelle con il 14,76.
"Il nostro sarà il governo di tutti". La promessa di Giorgia Meloni
Una fotografia, quella scattata dalle urne di domenica, che ribalta le amministrative di appena un anno fa. Non solo il clamoroso sorpasso a due cifre del partito di Giorgia Meloni, la ripresa di Forza Italia a danno di una Lega che esce indebolita, soprattutto nelle periferie, ma il «ritorno» del terzo polo. Non si tratta del partito di Calenda ma di una realtà politica che pone il Movimento Cinquestelle al terzo gradino del podio e che, dopo la parentesi Raggi, potrebbe coltivare nuovi consensi soprattutto in chiave anti-termovalorizzatore.
E se il centrodestra si gode una vittoria che non si ricordava dai tempi di Gianni Alemanno e Renata Polverini, nel Pd capitolino scatta la resa dei conti. Una riunione dei consiglieri è stata fissata per lunedì prossimo, ma la tensione a Palazzo Senatorio - e fuori - è già alle stelle. Nonostante i dovuti distinguo tra le elezioni nazionali e amministrative, il voto dei romani è comunque un messaggio chiaro e netto inviato direttamente al Campidoglio. A confermare lo scontro interno, tra l’altro, una nota inviata prima a firma dei «consiglieri del Partito democratico in Campidoglio». Nel riconoscere la vittoria al centrodestra il comunicato sottolinea comunque «un Pd in crescita, che passa dal 16.4% delle elezioni comunali del 2021 al 21.7%. Risultati incoraggianti al di sopra della media nazionale, che dimostrano proprio la generosità e il sostegno della città a questa Amministrazione e al Sindaco Gualtieri come amministratore e politico».
Dopo meno di un’ora tuttavia esce la stessa nota ma soltanto a firma della capogruppo dem Valeria Baglio. Una «retromarcia» dettata forse dal tam tam di fuoco sui social in cui il malcontento in casa Pd non è poi così celato. Tra i più duri l’ex segretario romano Marco Miccoli: «Intanto inizierei a chiedere una riunione del gruppo e della maggioranza capitolina, perché il dato romano soprattutto quello delle periferie, ci parla anche di come stiamo amministrando la città». Delusione e richiesta di una riflessione seria da parte delle due grandi escluse, Patrizia Prestipino e Monica Cirinnà. «I risultati sono quelli che leggiamo oggi ovunque - scrive Prestipino - Per questo spero si aprirà presto una riflessione seria a Roma, nel Lazio, come in tutta Italia, su come ricostruire il nostro partito dalle macerie». Ancora più dura, se possibile, Monica Cirinnà, che nel ringraziare suo marito (e sindaco di Fiumicino), Esterino Montino scrive: «Con il suo amore ha reso più leggere queste settimane nelle quali i vertici del partito mi hanno fatto mancare la loro solidarietà e il loro sostegno...Basta! Rinnovamento della classe dirigente tutta, ormai davvero logora e giudicata negativamente da questo voto». Una notte dei lunghi coltelli insomma dove anche a Roma il Pd di Gualtieri dovrà ritrovare compattezza. Troppo importanti le sfide che attendono Roma, dal Giubileo a Expo 2030. E mentre il centrosinistra si arruffa e barcolla sul colle capitolino, il centrodestra stappa champagne.