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Elezioni, +Europa resta fuori dal Parlamento. Bonino furibonda: “Ricontare i voti”
«Rispetto all'esito delle urne non ci sono dubbi, la nostra sarà un'opposizione netta, senza sconti e senza illusioni di eventuali moderazioni verso la destra di Salvini e Meloni». Così Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, nel corso della conferenza stampa per commentare i risultati elettorali. Sulla percentuale vicina al 3%, Della Vedova ha espresso non poche perplessità e, di concerto con Emma Bonino, ha chiesto un riconteggio dei voti. «Siamo sicuri si tratti di un errore statistico. A raggiungimento del quorum mancano circa 15.000 voti, un margine da errore statistico. Il nostro partito ha intrapreso una via precisa in una campagna politica complicata, con l'idea di fare un patto con il Pd di Letta, in concomitanza con Azione». «Nel momento in cui Azione ha deciso, incomprensibilmente, di allearsi con Renzi, abbiamo dovuto rapidamente cambiare rotta. Siamo ripartiti grazie all'energia e al carisma di Emma Bonino, oltre che di tanti giovani militanti, riconquistando giornalmente lo spazio per la nostra proposta politica», ha spiegato Della Vedova.
Per Emma Bonino «la richiesta di riconteggio è necessaria e dovuta. Piaccia o meno, in questa campagna elettorale le leggi non rispettate sono state diverse. Mi preoccupa sempre quando le leggi ci sono e chi è incaricato di attuarle semplicemente le viola. C'è chi si dispiace per il risultato, ma è tardi, e forse è anche una visione un po' ipocrita considerando quanto queste votazioni fossero scontate. Dedico tutto il lavoro che è stato fatto a Gianfranco Spadacci, un vero appassionato di Europa che, finché ha potuto, ha dato tutto il suo supporto». Chiosa finale per il presidente del partito Riccardo Magi, anche lui estremamente perplesso di fronte alla vittoria del centrodestra guidato da Giorgia Meloni: «Nel prossimo Parlamento vigileremo sui temi dello stato di diritto, sulle questioni delle libertà individuali e dei diritti civili, punti sui quali nelle ultime settimane Meloni ha cercato di far dimenticare quali siano state le sue posizioni negli anni passati. Calenda ha regalato il collegio senatoriale centrale di Roma a quella che lui stesso ha definito tra le peggiori destre europee. Questo è stato fatto in maniera consapevole e deliberata, per una candidatura che non aveva alcuna chance. Chi si vuole presentare come chi propone una politica di governo seria, dovrebbe spiegare come questo sia compatibile con un favore talmente plateale ed evidente fatto alla destra».