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Consiglio Lega, leadership di Matteo Salvini non è in discussione: "Per lui un ministero di peso"

 Non è stata una resa dei conti ma un confronto aperto, il Consiglio federale della Lega. La riunione, convocata da Matteo Salvini per discutere dell’esito del voto delle elezioni va avanti per quasi quattro ore. Il leader lascia la sede di via Bellerio in auto senza parlare, ma la richiesta che arriva dal federale è chiara: ruolo fondamentale per il segretario, di cui non viene messa in discussione la leadership, nel nuovo governo e autonomia al primo Consiglio dei ministri. Una sorta di messaggio in bottiglia spedito all’indirizzo di Roma, dove già nel pomeriggio la leader di FdI, Giorgia Meloni, e il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, si sono incontrati per discutere del nascituro nuovo governo di centrodestra. Un tema, quest’ultimo, che sarà al centro di un nuovo federale convocato dal partito di via Bellerio settimana prossima.

 

  

La costruzione insieme della squadra, coinvolgendo tutti gli alleati, è la linea del Carroccio. «Si deciderà con gli altri partiti ma la richiesta della Lega che esce dal direttivo federale è che il miglior modo per rilanciare la nostra azione politica è che il nostro segretario abbia un ministero di peso. Credo che convenga a tutti che queste richieste vengano esaudite», sottolinea il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, al termine della riunione a cui ha preso parte anche l’omologo al Senato, Massimiliano Romeo.

 

In via Bellerio al faccia a faccia ci sono tutti i protagonisti attesi. Dallo staff di Salvini viene fatta circolare una foto dei presenti, tra cui i governatori Luca Zaia (Veneto), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Attilio Fontana (Lombardia). Ma è al completo anche la squadra dei vicesegretari con Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Fontana e Andrea Crippa. Ci sono poi i segretari regionali e anche il capogruppo di Identità e democrazia all’Europarlamento, Marco Zanni. Zaia, descritto come il più arrabbiato da chi ha partecipato alla riunione, punta i piedi sull’autonomia e insieme a Fedriga insiste sui congressi. Insomma, i mal di pancia non mancano ma la leadership del Capitano non è in discussione.