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Toscana travolta dalla valanga destra. Exploit Fratelli d'Italia nell'ex fortino rosso

Christian Campigli
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La rossa Toscana è solo un pallido, lontano ricordo. Il Sol dell'Avvenire è ormai sbiadito e prossimo al tramonto in quello che, per decenni, è stato un fortino inespugnabile per il centrodestra. I moderati sbancano anche nella terra che fu di Michelangelo e Giotto, di Machiavelli e Brunelleschi e si aggiudica dieci dei tredici seggi uninominali. Il centro sinistra ne prende solo tre, un'autentica miseria, tutta per altro concentrata a Firenze e nella sua provincia.

L'ex fortino rosso tiene le posizioni solo nel capoluogo e a Scandicci e ottiene la vittoria con Ilaria Cucchi al Senato e Federico Gianassi e Emiliano Fossi alla Camera. Nel resto della Toscana trionfa il centrodestra trainato da Fratelli d'Italia. La coalizione di centrodestra termina la corsa in testa, con il 38,58% contro il 34,64% alla Camera e con il 38,53% contro il 33.85% al Senato. Clamorosi anche gli scontri vinti, a cominciare da Livorno. Nella città costiera, dove nel 1921 venne fondato il Partito Comunista Italiano, Manfredi Potenti e Chiara Tenerini hanno superato Andrea Marcucci e Andrea Romano.

Stamani i volti in Regione erano scuri, tesi, preoccupati. E se da un lato il telefono della segreteria di Fratelli d'Italia squillava all'impazzata, dall'altra parte del Palazzo del Pegaso la tensione era palpabile. Eugenio Giani, politico esperto e di lungo corso, sa benissimo che, qualora l'esecutivo di Giorgia Meloni dovesse fare bene, nel 2025 la sua rielezione sarebbe tutt'altro che scontata. Quasi impossibile, qualora il Partito Democratico dovesse decidere di non allearsi o col Terzo Polo, che nella terra di Indro Montanelli e Oriana Fallaci ha raccolto un ottimo risultato, sfiorando la doppia cifra o con i Cinque Stelle. Una partita complicata, da dover gestire con risolutezza, ma anche tra mille accortezze ed equilibrismi degni di un circense. Una sfida, quella per la Toscana, che da stamani è diventata incerta, ma vitale per la sopravvivenza stessa dell'intero Pd.

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