Elezioni 2022, FdI vince. L'impresa di Giorgia Meloni, pronta a insediarsi a Palazzo Chigi
Il 25 settembre 2022 è una data destinata a passare alla storia della Repubblica. Per la prima volta dal 1948 un partito di destra si issa là dove nessun altro era riuscito prima. Fratelli d'Italia è la prima formazione politica italiana. Stavolta non nei sondaggi, ma nelle urne. E il merito è del suo presidente Giorgia Meloni, unico leader donna e, molto probabilmente, destinata a diventare di qui a qualche settimana anche il primo presidente del Consiglio donna. Di destra. Orgogliosamente di destra. «Scriviamo la storia insieme», il suo post sui social.
"L'Italia ha scelto noi". Meloni e il comizio notturno: che governo sarà
L'attesa elettorale è tutta per lei, tanto da essere costretta a recarsi a votare a ridosso della chiusura dei seggi per consentire ai cittadini iscritti alle liste elettorali del suo stesso seggio di poter votare in tranquillità senza subire disagi, assembramenti e rallentamenti. Tanta era la ressa di cameraman e fotografi che l'attendevano. La stessa folla che c'era ieri sera- e c'è stata per tutta la notte - all'hotel Parco dei Principi, dove sono stati allestiti comitato elettorale FdI e la sala stampa che ha accolto 400 giornalisti per seguire lo spoglio elettorale. Giorgia Meloni è l'artefice di un'impresa che nessuno pensava possibile nel 2012, quando insieme con Ignazio La Russa e Guido Crosetto fondò Fratelli d'Italia uscendo dal Pdl. L'obiettivo era chiaro: ridare una rappresentanza alla destra italiana dopo l'ingresso di An nel Pdl conseguente alla svolta del predellino del novembre 2007 (quando Silvio Berlusconi lanciò il partito unitario del centrodestra che sarebbe nato dalla fusione di FI e Alleanza nazionale) e dopo la decisione di Gianfranco Fini di uscire dalla coalizione per tentare l'improbabile costruzione del terzo polo con Udc e Api di Francesco Rutelli, andando alle elezioni politiche del 2013 in alleanza con Scelta civica di Mario Monti.Un'esperienza fallimentare. Così come tutti i commentatori ritenevano impossibile che FdI potesse sopravvivere al magro bottino elettorale ottenuto al voto politico. Nel 2013, il partito di Giorgia Meloni aderì alla coalizione di centrodestra eleggendo appena nove deputati e nessun senatore, con appena l'1,96%. Ricostruire la destra partendo dal basso. Un'impresa difficile.
Ma Meloni ha fatto di più: ha costruito una casa a tutti i conservatori italiani. Un progetto ambizioso costruito passo dopo passo. Alle elezioni europee del 2014 FdI prese l 3,67% non eleggendo eurodeputati. Alle elezioni politiche 2018 il partito, sempre in coalizione con il centrodestra, salì al 4,35% eleggendo 19 deputati e 7 senatori. Alle elezioni europee dell'anno successivo FdI salì al 6,55% ottenendo 5 seggi. Una crescita costante, capace nel frattempo di produrre adesioni sui territori di sindaci, consiglieri comunali e regionali e trovando consensi tra corpi intermedi, le professioni, il mondo dell'economia. Tutto ciò ha permesso a Meloni di resistere all'ascesa, tra il 2018 e il 2019, della Lega di Matteo Salvini e di crescere ancora. Il resto è storia recente. L'elezione di due presidenti di Regione (Marco Marsilio in Abruzzo e Francesco Acquaroli nelle Marche), la crescita costante nei sondaggi grazie alla «politica della coerenza». Giorgia Meloni non è mai entrata in governi che non fossero di centrodestra, resistendo alle sirene gialloverdi prima e draghiane poi. Proprio la decisione di non sostenere il governo di larghe intese guidato da Mario Draghi poteva relegare Fratelli d'Italia in una posizione di isolamento. Invece, Meloni ha capitalizzato il ruolo di leader dell'opposizione puntando sulla coerenza e sulla responsabilità, senza grida, toni sensazionalistici o populisti. Nella gestione della pandemia ha aspramente criticato le decisioni del premier Conte e dell'alleanza rossogialla, non facendo mancare però la responsabilità nelle prime settimane dell'emergenza Covid. Idem con il governo Draghi. Stesso discorso sull'Ucraina: Fratelli d'Italia ha votato gli scostamenti di bilancio pur non rinunciando ad esprimere critiche costruttive sul Pnrr o su alcuni provvedimenti economici che non convincevano del tutto il partito. Meloni, nel frattempo diventata presidente Ecr (il gruppo dei conservatori europei: unico leader italiano di una famiglia politica Ue) non si è mai scostata dalla fedeltà all'alleanza euroatlantica, rivendicando con forza la collocazione internazionale dell'Italia e votando a favore degli aiuti all'Ucraina, pur senza rinunciare a chiedere all'Europa delle compensazioni economiche per i Paesi maggiormente colpiti dalle sanzioni alla Russia.
Centrodestra a valanga e Fratelli d'Italia primo partito: tocca a Giorgia
Unico leader italiano a partecipare come ospite fisso alla Conservative Political Action Conference (appuntamento politico annuale dei conservatori Usa), è arrivata dove nessuna donna italiana era mai arrivata. E lo ha fatto senza chiedere alcuna quota rosa, un concetto che non omette mai di denigrare. Avanti per merito, non per sesso. Una donna va valutata per le sue capacità, come le è sempre accaduto. Delle riserve indiane non sa che farsene. Semplicemente perché non ne ha bisogno. La sua autobiografia «Io sono Giorgia» è diventata un bestseller, così come la sua storia politica, umana e familiare le ha attirato la simpatia anche di chi non la pensa come lei, come dimostra l'amicizia e la stima con tanti suoi avversari politici che le riconoscono competenza e onestà intellettuale. Da militante del Fronte della gioventù alla Garbatella a consigliere provinciale. Poi deputata, vicepresidente della Camera più giovane della storia repubblicana, ministro della Gioventù. Leader e madre. Un'ascesa inarrestabile. FdI primo partito italiano è un premio alla coerenza, ma anche alla politica e a una donna che fa politica con grande professionalità e passione da quando è ragazza. Altro che populismo. No a nuovi scostamenti di bilancio, all'omogenitorialità, al reddito di cittadinanza per chi può lavorare, all'immigrazione senza regole, all'Europa della burocrazia. Sì alla tutela dell'interesse nazionale, all'abbattimento della pressione fiscale per chi assume, alla collocazione dell'Italia nell'alleanza euroatlantica. Concetti semplici, espressi in modo chiaro ma con competenza. Con buona pace di chi non ha altri argomenti per ostacolarla se non ricorrere al solito allarme fascista. Che non esiste per un semplice motivo: Giorgia Meloni si è sempre confrontata con gli elettori, senza mai fuggire dalle elezioni. Che ieri sera ha inequivocabilmente vinto.