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Incognita astensione sulle elezioni: la crisi dell'affluenza può stravolgere tutto

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Tra le tante incognite di queste elezioni, quella a cui i leader politici guardano con più interesse è sicuramente il dato dell’astensionismo. Si tratta di un ‘tesoretto’ di voti che, attualmente, si aggira attorno al 30 per cento e al quale puntano i partiti per aumentare il loro peso elettorale e la loro rappresentanza in Parlamento. Elezione dopo elezione, la partecipazione elettorale degli italiani è diminuita progressivamente, ma implacabilmente. Le prime elezioni politiche del 1948 videro un’affluenza del 92 per cento degli aventi diritto. Fino al 1979, l’affluenza fu sempre superiore al 90 per cento, raggiungendo picchi del 93,39 per cento il 20 giugno 1976. Nel 1983 si è scesi per la prima volta sotto il 90 percento: l’affluenza si fermò all’88 per cento. Nelle tre tornate elettorali che seguirono, la percentuale dei votanti oscillò tra l’85 e l’89 per cento, per poi scendere all’83 per cento nel 1996 e all’81 per cento nel 2001. Nel 2006 si è registrata una leggera risalita con un’affluenza alle urne dell’83 per cento e un successivo calo all’81 per cento nel 2008. Le ultime due elezioni politiche sono state quelle con la minore affluenza mai registrata: nel 2013 ha votato il 75 per cento degli elettori e nel 2018 il 73 per cento.

 

 

E quest’anno, in base agli ultimi sondaggi pubblicati, è possibile che si assista a un ulteriore calo. Non tutte le regioni, tuttavia, fanno registrare gli stessi numeri riguardanti l’astensionismo. Storicamente, il Nord Italia vota più del Mezzogiorno, mentre la 'classifica' della partecipazione al voto vede in testa l’Emilia Romagna. Nel 2018 l’affluenza nel Nord-Est è stata pari al 78 per cento, nel Centro e nel Nord-Ovest al 76 per cento, mentre al Sud al 67 per cento. Il Mezzogiorno ha sempre avuto un’affluenza minore rispetto alla media nazionale, superata da quella registrata nelle altre tre macroaree del Paese. Un divario cresciuto nel tempo: nel 1948 l’affluenza dal Mezzogiorno è stata pari al 98 per cento di quella nazionale, mentre nel 2018 è stata pari al 92 per cento. L’affluenza del Nord-Est è invece stata sempre maggiore a quella nazionale, arrivando a essere pari al 109 e al 107 per cento di quella nazionale nel 2013 e 2018. Allo stesso tempo, va considerato che tra il 2013 e il 2018 l’affluenza è rimasta uguale nel Sud (67 per cento), nonostante sia scesa nel Centro (da 78 a 75 per cento), nel Nord-Est (da 81 a 78 per cento) e nel Nord-Ovest (da 89 a 76 per cento).

 

Guardando a tutte le elezioni tenutesi in Italia, l’Emilia-Romagna è la regione che in media registra la maggiore affluenza, mentre la Calabria è la regione con quella minore. Poco sotto l’Emilia-Romagna ci sono Lombardia, Toscana e Veneto, mentre poco sopra la Calabria ci sono Molise, Sicilia e Campania. La regione che registra l’affluenza più simile alla media nazionale è invece la Liguria.

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