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Elly Schlein sul palco Pd in versione anti-Meloni. Ma la piazza dem è semivuota

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"La rimonta è possibile, andiamo a vincere". A 24 ore dal comizio di chiusura di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, il leader dem Enrico Letta sale sul palco per marcare le differenze rispetto alla destra. "Noi siamo uniti, siamo tutti qui e parliamo di futuro, loro sono divisi e sono il passato", attacca. Ma la piazza è semivuota.

La manifestazione dell'Italia "democratica e progressista" vuole essere, sin dalle premesse, un ultimo miglio corale ma il coro non c'è. Ad aprire le danze è la Canzone Popolare di Ivano Fossati, che ricorda la sfida di Romano Prodi nel 2001, poi l'orchestra intona "Bella ciao" e i militanti cantano a squarciagola. Sul palco si alternano sindaci, governatori, ministri, parlamentari. Hanno due minuti a testa per mettere in chiaro cosa ci si gioca domenica.

E se l'applausometro incorona Elly Schlein e la sua invettiva contro Giorgia Meloni ("Non basta essere donna per aiutare le altre donne, io sono una donna, amo un'altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, siamo persone con i loro diritti", attacca), chi è in piazza si scalda anche quando Vincenzo De Luca attacca: "Giuseppe Conte che viene al Sud e fa il turista svedese, quando ha fatto il premier per tre anni" e quando Roberto Speranza difende il "modello Italia che ha salvato la vita delle persone" dal Covid.

Letta parla dieci minuti. Perché è "un partito di popolo e di comunità" quello che "è orgoglioso" di guidare e non ci sono uomini soli al comando. La rotta è chiara: "Abbiamo fatto la scelta di difendere la Costituzione, questa piazza è qui per difendere la Costituzione. Non permetteremo che quella Costituzione, la più bella del mondo, venga stravolta dalla destra", assicura replicando alla leader di FdI che la sera prima, nella stessa piazza, tra un fiume di persone aveva promesso il presidenzialismo "anche da soli". "La piazza vera è quella di stasera, non quella di ieri che ha pronunciato parole intollerabili su Covid, vaccini, scienza e salute, L'Italia vuole andare avanti", attacca. Anche sul fronte dei diritti, azzarda il leader, "l'Italia dovrà andare avanti nonostante una destra retrograda. Nella prossima legislatura approveremo il ddl Zan".

Nel retropalco ci sono tutti, parlamentari e ministri, sindaci e Governatori. Ci sono le capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, quello della Difesa Lorenzo Guerini e il titolare della Cultura Dario Franceschini, i governatori Nicola Zingaretti, Stefano Bonaccini, Michele Emiliano, Vincenzo De Luca ed Eugenio Giani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Mentre sul palco si alternano gli interventi, nel backstage è Stefano Bonaccini uno dei più cercati: c'è chi gli si avvicina per capire se davvero 'studia' da segretario, chi per accreditarsi già, che non si sa mai. Lui sorride a tutti, rassicura. A fine serata sono tutti insieme sul palco e si stringono in un abbraccio, spalle alla piazza, per un mega selfie di gruppo. Suona 'Life is life' degli Opus, in chiusura. "La casa è salva - è il refrain - se il padrone resterà lo stesso si capirà lunedì mattina".

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