Ucraina, siluro di Draghi a Conte: “No alle armi e poi orgoglio per la controffensiva?”
Mario Draghi è vicino alla fine del suo mandato da presidente del Consiglio e in occasione della conferenza stampa sul dl aiuti si è levato diversi sassolini dalla scarpa, uno dei quali non è passato affatto inosservato. Il premier, parlando dell’Ucraina, ha sparato a zero su chi si era detto contrario all’invio delle armi per difendersi dalla Russia e poi ha esultato negli ultimi giorni per la controffensiva di Kiev: “Nei rapporti internazionali c’è da essere trasparenti, ci vuole coerenza, non capovolgimenti e giravolte. Sull’Ucraina e l’invio di armi non si può votare per l’invio delle armi e poi dire no, non sono d’accordo, oppure ancora peggio inorgoglirsi per l’avanzata ucraina dopo che si è votato contro l’invio di armi, si voleva che si difendessero a mani nude? Forse, forse era quello… Questo fa il prestigio internazionale di un Paese, la mancanza di coerenza e trasparenza indebolisce un Paese al di fuori e si indebolisce anche dentro e viene a mancare quell’atmosfera e quell’ambiente che serve per la crescita”.
Conte come Zelig, così cambia idea su tutto
Draghi non cita direttamente Giuseppe Conte, ma il riferimento appare lampante. In particolare Conte, leader del Movimento 5 Stelle, lo scorso fine settimana era stato intervistato a Mezz’ora in più su Rai3, con Claudio Cerasa che gli chiedeva “se fosse orgoglioso del fatto che il popolo ucraino sta difendendo la democrazia e la libertà e che anche con le armi inviate dall’Italia si sta difendendo e pure recuperando terreno”. “Assolutamente sì, è quello che ci siamo augurati tutti, dicendo dall’inizio: ferma condanna all’aggressione della Russia e pieno sostegno all’Ucraina” la risposta dell’ex inquilino di Palazzo Chigi che ha scatenato una forte reazione di Draghi in conferenza stampa.
— Gabriele Nobile (@GabNobile) September 16, 2022