Pronto il dl Aiuti ter, scoppia la grana dei balneari
Incassato il via libera della Camera, dopo aver ottenuto quello del Senato, ad utilizzare i 6,2 miliardi derivanti dall’extra gettito per intervenire contro il caro bollette, Mario Draghi si prepara a mettere nero su bianco il terzo provvedimento per sostenere famiglie e imprese, quello che in gergo è già chiamato dl Aiuti ter.
Il Consiglio dei ministri è in programma oggi alle 11 e, complice anche la partenza del premier per New York in vista dell’assemblea Onu, potrebbe essere l’ultima riunione del governo prima del voto del 25 dicembre. In ogni caso, però, l’inquilino di palazzo Chigi vuole continuare con la «messa a terra» delle norme che servono per portare a casa gli obiettivi del Pnrr. Così, sul tavolo del preconsiglio, finisce una prima parte del pacchetto concorrenza. Oltre al decreto legislativo di riordino della disciplina dei servizi pubblici di rilevanza economica, c’è anche quello di attuazione della delega per la mappatura e la trasparenza dei regimi concessori di tutti i beni pubblici, compresi i balneari. Si tratta solo di uno step iniziale e generico che riguarda «la costituzione e il coordinamento di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori, tenendo conto delle esigenze di difesa e sicurezza», ma ce n’è abbastanza per scaldare gli animi del centrodestra. In un momento come questo «se si fa una cosa inutile, mi dimetto - tuona il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia - Non ha senso fare un’azione, chiaramente politica, a una settimana dalle elezioni». «Chi oggi si occupa di questo perde tempo, stiamo preparando una svolta radicale sul tema», gli fa eco Maurizio Gasparri.
I partiti, invece, praticamente all’unisono chiedono «una svolta» sugli aiuti a famiglie e imprese. Oltre ai 6,2 miliardi incassati in più dallo stato, palazzo Chigi e Mef puntano a mettere a bilancio le nuove entrate arrivate in extremis a fine agosto dagli extra profitti delle società energetiche e alcuni fondi inutilizzati da racimolare tra le pieghe del bilancio, per un investimento totale da 13-14 miliardi. Sul tavolo del governo dovrebbe esserci la proroga dei crediti d’imposta per le imprese energivore e gasivore anche per l’ultimo trimestre 2022 con l’ipotesi di allargare le detrazioni anche alle altre imprese che stanno comunque subendo l’aumento dei costi dell’energia rischiando la chiusura. Allo studio anche la possibilità di alzare il tetto Isee a 15 mila euro (rispetto ai 12mila attuali) per l’accesso al bonus sociale e quella di far ripartire la rateizzazione delle bollette, che fino a giugno permetteva alle famiglie di pagamento fino a un massimo 10 rate. E se non dovrebbe entrare nel decreto la cig scontata per le imprese in crisi, dovrebbe invece esserci la misura anti delocalizzazioni voluta da Andrea Orlando. La norma prevederebbe un aumento dei tempi, da 90 a 180 giorni per gestire la delocalizzazione, multe più severe per le imprese e la restituzione di eventuali contributi pubblici ricevuti. Dopo la soppressione della deroga per il tetto agli stipendi dei manager pubblici, intanto, va avanti l’iter del dl Aiuti bis. Dopo l’ok della Camera arrivato ieri, la terza lettura al Senato esaminerà il provvedimento martedì 20 in quello che - salvo ulteriori colpi di scena - dovrebbe essere l’ultimo atto parlamentare della XVIII legilatura.
Ieri alla Camera è anche stato il giorno dei saluti. Pochi sorrisi, per lo più di circostanza, un po’ di amarcord specialmente tra i deputati che sanno già di non tornare in Parlamento, perché esclusi dalle liste o candidati in seggi perdenti. C’è chi immortala il suo ultimo giorno con un selfie, come la piddina Alessia Morani che inquadra con il telefonino l’emiciclo, salutandolo con un «See you soon». Non è da meno lo storico esponente di Fi Antonio Palmieri, che ha curato tutte le campagne elettorali del Cav ai tempi d’oro, a cominciare da quella della discesa in campo nel ’94. Posta una sua foto sullo scranno alla Camera, con il commento: «Riguarda solo me, ma in fondo ha una sua piccola valenza pubblica. Ultimo giorno in aula da deputato. Dal 29 maggio 2001 a oggi ho cercato di fare del mio meglio. È stato un grande onore lavorare per tutti i cittadini».