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Elezioni, Matteo Salvini crede nell'obiettivo: "Vincere nelle regioni rosse"

Gaetano Mineo
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La Lega è alla conquista delle regioni «rosse». Matteo Salvini ci crede: «La Toscana rossa non esiste più: abbiamo vinto a Pisa, a Lucca, a Massa». Il leader della Lega, ieri, ha parlato a Pisa, ennesima tappa del suo tour elettorale. «Ieri (lunedì, ndr) ero a Firenze per un incontro sulla scuola - ha svelato Salvini - e mentre stavo arrivando il sindaco Nardella mi manda simpaticamente un messaggio con su scritto: "Matteo buon lavoro, ma tanto qui vinciamo noi". Io rispondo: Dario, facciamo votare i toscani e poi ne riparliamo fra quindici giorni». Il segretario del Carroccio è arrivato nella città della Torre, e tra le mete, la zona stazione, dentro uno dei quartieri più difficili della città sotto il profilo dell'illegalità diffusa e del degrado. «Le stazioni da sempre sono luoghi frequentati dai lavoratori pertanto devono essere luoghi più sicuri, più accoglienti, più solidali» ha scandito l'ex ministro dell'Interno. In agenda, anche la riforma della legge Bersani «per consentire ai primi cittadini di avere un maggiore controllo della qualità dell'offerta commerciale nelle proprie città». Poi la crisi energetica, «una tragedia come il Covid: non muoiono le persone, ma rischiano di sparire decine di migliaia di imprese soprattutto piccole e medie». In altri termini, per Salvini, «va bene tutto, possiamo farci una doccia in meno e abbassare la luminosità delle insegne dei negozi, ma non si può pensare che il secondo paese più industrializzato al mondo smetta di lavarsi senza immaginare altre misure che diano concretamente ossigeno alle imprese e alle famiglie subito».

 

 

Il «caldo» tema energia, il capo del Carroccio lo riprenderà nel pomeriggio nell'aula del Senato, nel corso dell'ultima discussione di Palazzo Madama, dedicata alla relazione governativa sull'aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica. Salvini è tornato a rivendicare la necessità di approvare uno scostamento di bilancio da 30 miliardi di euro per il caro-bollette. «La Cgia di Mestre dice che i costi in più saranno 82 miliardi. Mentre sui banchi del Pd sghignazzano, in tante fabbriche italiane gli operai non hanno niente da ridere» ha detto il capo del Carroccio. Apriti cielo. In Aula s'è scatenata la reazione dei senatori Dem e del M5s, che hanno cominciato a inveire contro il leader del Carroccio. Quanto al decreto Aiuti ter in preparazione, se l'importo sarà quello annunciato, cioè di 13 miliardi, «abbiamo sbagliato a capire - ha aggiunto Salvini - se pensiamo così di mettere in sicurezza il sistema». «A me interessa di portare in quest'Aula la voce delle lavoratrici e dei lavoratori e vi dico: vergognatevi».

 

 

Tra una tappa a Pisa e una seduta a Palazzo Madama, per Salvini c'è anche spazio per un intervento a Rai Radio1, occasione per rilanciare, ancora una volta, il Ponte sullo Stretto. «Sono calcolati quattro anni di tempo - ha spiegato - il costo è tra i sette e gli otto miliardi di euro, interamente finanziati dai privati e ripagato dai pedaggi. E ripuliremo interamente il canale di Sicilia dagli scarichi che ci sono attualmente». Infine, c'è anche spazio per un fuori programma. «Se è vero che mi sposo? No, io mi sposo con l'Italia, dove avete letto che mi sposo? Sto benissimo con Francesca: siamo felici, innamorati e fidanzati ma non abbiamo in programma altro». Domani è un altro giorno.

 

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