il monito

Giuliano Amato lascia la Corte Costituzionale: "Attenti al caos istituzionale"

Dopo nove anni trascorsi al palazzo della Consulta, Giuliano Amato lascia la Corte Costituzionale. A 84 anni il presidente della Corte Costituzionale, durante il saluto ai colleghi, coglie l’occasione per spiegare le difficoltà che la massima istituzione di garanzia si trova ad affrontare in questo delicato momento storico.  

  

"In campo europeo la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello comune europeo non è solo di Polonia, Romania e Ungheria" sottolinea Amato nel suo discorso riferendosi alle recenti "tentazioni" dei giudici francesi e tedeschi. "In campo nazionale, le difficoltà decisionali del Parlamento su temi nei quali premono con forza esigenze non adeguatamente riconosciute di tutela, cominciano a dar fiato a tesi che ritenevo ormai sepolte sulla giurisprudenza come fonte del diritto al pari della legislazioni" spiega il presidente riferendosi alle decisioni dei giudici parificate alle leggi sulla base del principio secondo cui "la giustizia è amministrata in nome del popolo", com’è scritto nella Costituzione.

È questa la strada che secondo Amato porta al caos: la prevaricazione di un potere su un altro. "L’esercizio responsabile e certo non timido del proprio potere  è un dovere istituzionale, ma con il rispetto del suo limite che è parte non rinunciabile della rule of law ( e quindi la supremazia della legge che preserva dall’arbitrio), chiunque sia a non rispettarlo, l’esecutivo come il giudiziario". Un richiamo al governo e ai giudici per non uscire dai propri confini che sembra estendersi anche alle Camere che con la loro inerzia di fronte alle esortazioni della Corte ad occuparsi di alcuni temi (soprattutto nel campo dei valori etici e dei cosiddetti nuovi diritti), si espongono proprio alle invasioni altrui. La Corte Costituzionale  ha sempre cercato "la collaborazione istituzionale per consentire a ciascuno di esercitare le proprie responsabilità tenendo conto delle ragioni e degli stessi vincoli dell’altro" esercitando "l’equilibrio nella ricerca delle soluzioni di nostra competenza, con bilanciamenti mai unilaterali fra i valori costituzionali di volta in volta in campo", senza trascendere nell’"apprezzamento etico-sociale riservato al Parlamento" spiega Amato. Per quanto riguarda il suo successore ora spetta a Sergio Mattarella nominare un nuovo giudice costituzionale. Martedì prossimo ci sarà l’elezione del nuovo presidente: la regola non scritta del più anziano di nomina vede in pole position i tre vice-presidenti: Sciarra, Daria De Petris e Nicolò Zanon.