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DiMartedì, Michele Santoro: "Non so chi votare, gli elettori non contano più nulla"
Michele Santoro non si sente rappresentato da nessuno. Neppure dalla sinistra. Il giornalista, ospite della puntata di oggi 13 settembre della trasmissione di La7 Dimartedì, si sfoga rispondendo alle domande di Giovanni Floris.
"Quando ero bambino - racconta Santoro - mio padre si preparava per andare a votare, col suo vestito migliore e mi portava con lui al seggio. Non mi parlava di politica ma questa era una lezione d'educazione civica. Io il voto ce l'ho stampato non nella memoria ma sulla pelle come se fosse un tatuaggio. Stavolta però è come se me lo avessero rubato, come se mi avessero portato via un pezzo di pelle".
"Me lo ha rubato il fatto di farci precipitare in una campagna elettorale - accusa il giornalista - mentre eravamo sotto l'ombrellone. Quindi noi andremo a votare informandoci solo gli ultimi 7-8 giorni, fondamentalmente attraverso la televisione. Non abbiamo avuto la possibilità di mettere insieme candidati e progetti alternativi. Sono stati scelti tutti dalle segreterie dei partiti. Noi elettori non contiamo più niente".
"Comincio a pensare - prosegue Santoro - che tra poco i forni smetteranno di fare il pane, perché c'è una guerra di cui i partiti non parlano. Non affrontano questo problema. Si sfidano in dibattiti esangui senza passione, convinzione, senza dirci qual è il modo per far finire questo confilitto. E intanto la gente va in piazza con le bollette perché non ce la fa a pagarle".
"Voto per chi? Sono combattuto. Chi mi rappresenta e mi dà una soluzione al problema che c'è in questo momento? - si chiede infine il giornalista - non vorrei andare a fare il tressette a perdere in cabina, ma vorrei votare qualcuno in cui credo".