guerra dell'energia
Antonio Maria Rinaldi: "Su gas e inflazione l'Europa ha fallito"
Antonio Maria Rinaldi, economista, europarlamentare della Lega e componente della commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (Econ). Come combattere la continua impennata dei prezzi di energia e gas?
«Le bacchette magiche, purtroppo, non esistono, ma esistono diversi provvedimenti che se messi insieme potrebbero mitigare questa situazione di estremo disagio di famiglie ed imprese. Il fatto di sganciare il costo dell’energia elettrica da quello del gas consentirebbe di avere dei benefici, così come sarebbe di aiuto non pagare l’energia prodotta da fonti rinnovabili - quindi fotovoltaico, idroelettrico - allo stesso prezzo del gas. E, magari, intervenire sul monopolio del mercato olandese del Ttf (l’indice di borsa del gas naturale nel mercato dei Paesi Bassi, ndr) aiuterebbe a rivedere al ribasso i prezzi».
E i singoli governi nazionali, cosa dovrebbero fare?
«Anche gli Stati devono fare la loro parte. In Francia, in Germania lo Stato si è fatto garante della differenza tra un prezzo considerato ragionevole e il prezzo effettivo. Sempre la Francia ha reputato di non aumentare più del 4% le bollette rispetto all’anno scorso, i tedeschi hanno messo sul piatto oltre 65 miliardi di euro di aiuti, il Regno Unito con la neo premier Liz Truss ha deciso di non far pagare più di 2.500 sterline l’anno di bolletta energetica per un biennio».
L’Unione europea come si sta comportando?
«C’è una totale indifferenza da parte delle istituzioni comunitarie. Finora non sono stati adottati provvedimenti, ma qui il contatore gira - è il caso di dirlo - per aziende e famiglie».
Cosa ne pensa dello scostamento di bilancio che in tanti invocano, in Italia, per far fronte al caro energia?
«Lo scostamento di bilancio, in questo momento, è l’unica via, come stanno facendo del resto tutti gli altri partner europei. Si tratta di attivare immediatamente misure per un valore superiore ai 30 miliardi di euro fino alla fine dell’anno. E se la situazione non migliorerà sensibilmente, si dovrà intervenire di nuovo. Se non si agisce, noi saremo di fronte a problemi di tenuta sociale non indifferenti perché le famiglie saranno nel dilemma se pagare le bollette o fare la spesa e le aziende se pagare i dipendenti o la bolletta. Il che significa milioni di persone in Cassa integrazione».
La Bce prevede altri rialzi dei tassi di interesse per fermare l’inflazione...
«In genere, il rialzo dei tassi di interesse è la classica misura di politica economica per contrastare l’inflazione da domanda. Ma stavolta non siamo davanti a un’inflazione da domanda, ma a un’inflazione importata dovuta all’aumento delle materie prime e soprattutto dei beni energetici. L’aumento del costo del denaro non produrrà gli effetti voluti, ma metterà sempre di più in difficoltà le aziende. La Bce ha le armi spuntate. L’inflazione è un problema che non va sottovalutato».
Che giudizio dà dell’operato del governo Draghi per contrastare i rincari?
«Io conosco Draghi da più di 30 anni per motivi professionali ed è uno dei migliori tecnici che abbiamo in Italia e in Europa: su questo non si discute. Dal punto di vista politico ho le mie riserve. L’esecutivo dovrebbe agire subito, non c’è motivo per cui non lo faccia, c’è un’inflazione galoppante che sta mettendo fortissimamente a rischio il potere di acquisto degli italiani: la Lega, ad esempio, propone la cancellazione, anche temporanea, dell’Iva sui generi alimentari di prima necessità. Occorre aiutare i cittadini».
La sorprende che Giorgia Meloni abbia lanciato una vera e propria sfida all’Europa, sostenendo che «con noi la pacchia è finita»?
«Il presidente di Fratelli d’Italia sta un pochino utilizzando dei cavalli di battaglia della Lega. Monta, nel sentimento degli italiani, la convinzione che l’Ue, vista come istituzione, non stia dando le risposte che tutti vorrebbero. Se l’Ue non riesce ad intervenire, allora tanto vale fare da soli come stanno facendo gli altri Paesi. Anche con la pandemia da Covid-19, l’Europa non ha brillato. Per quanto concerne il caro energia, è sotto gli occhi di tutti che l’Ue è latitante. Meloni ha, dunque, ritenuto che quanto detto dalla Lega fosse una giusta considerazione».