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Quanto pesa il fattore Reddito, Conte sogna il boom al Sud

Dario Martini
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La media degli ultimi sondaggi dà il Movimento 5 Stelle al 13,2%, in crescita dell’1,2 rispetto alla settimana precedente. I principali istituti demoscopici mettono in risalto anche un altro dato: la crescita maggiore del partito di Giuseppe Conte sta avvenendo nelle regioni del Meridione. La rilevazione Ixè posiziona il M5S al 13,8% su base nazionale. Un risultato frutto della somma di due elettorati profondamente diversi: 8,8% al Nord e al Centro, e 24,5% al Sud e nelle isole. Alessandra Ghisleri, che pochi giorni fa ha illustrato su La7 l’ultimo sondaggio di Euromedia Research, lo dice chiaramente: «Se si fa una mappatura del reddito di cittadinanza si vede chiaramente che aderisce perfettamente al crescere del voto del M5S, soprattutto in Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia». Allora, conviene andare a leggere questa mappatura. La fornisce l’Osservatorio Inps nel suo ultimo rapporto: «Nel giugno scorso a fronte di 1,15 milioni di nuclei familiari percettori del Rdc sono state coinvolte 2,46 milioni di persone. Di queste - si legge - 1,69 milioni si trovano nelle regioni del Sud e nelle isole, 436mila nelle regioni del Nord e 334mila in quelle del Centro». Quindi, incrociando i dati, scopriamo che all’8,8% dei consensi del M5S al Nord e al Centro corrispondono 770mila percettori del Rdc, mentre al 24,5% al Sud e nelle isole si sovrappongono 1,69 milioni di persone che beneficiano dell’assegno grillino.

È una coincidenza? I sondaggisti non lo credono. L’Osservatorio Inps spiega anche che «la regione con il maggior numero di nuclei percettori del reddito di cittadinanza è la Campania (22% delle prestazioni erogate), seguita da Sicilia (19%), Lazio (10%) e Puglia (9%). In queste quattro regioni risiede oltre il 60% dei nuclei beneficiari». Il dato più significativo, però, è un altro: il cosiddetto «tasso di inclusione». In parole povere, quante persone prendono il reddito di cittadinanza ogni mille abitanti. È qui che il "fattore Sud" diventa evidente. Le regioni con il tasso più alto sono Campania (165 beneficiari ogni mille abitanti), Sicilia (153), Calabria (136), Puglia (93) e Sardegna (82). Le regioni del Nord hanno tassi bassissimi: Lombardia (33), Emilia Romagna (27), Veneto (20). L’Inps certifica che «le province con il tasso di inclusione più elevato sono Napoli (202 persone coinvolte ogni mille abitanti), Crotone e Palermo (circa 192); a seguire Caserta e Catania con 177 e 172. Quelle con il minor tasso restano Bolzano e Belluno con, rispettivamente, 3 e 11 persone coinvolte ogni mille abitanti».

Alcuni giorni fa, Conte ha provato a spiegare che «non bisogna identificare Napoli con i percettori del reddito di cittadinanza». Eppure, il 3 settembre scorso, a San Gregorio Armeno, ha incontrato proprio loro, i beneficiari del sussidio. Il capo pentastellato ha giurato che si batterà come un leone per salvare il Reddito. In un video pubblicato tre giorni fa su Facebook ha preso di mira la leader di Fratelli d’Italia, paventando la rivolta sociale: «Giorgia Meloni da anni guadagna 500 euro al giorno pagati dai cittadini. Oggi vuole togliere 500 euro al mese del reddito di cittadinanza a chi non ha da mangiare. Per caso vuole la guerra civile? La realtà è che i programmi della destra sono inadeguati, insufficienti e campati in aria». Il messaggio è arrivato dritto e chiaro ai suoi elettori: votatemi e vi assicuro che nessuno vi toglierà il sussidio nato per sostenervi mentre lo Stato si impegna a trovarvi un lavoro. Poco importa che la ricetta per creare occupazione si sia rivelata un clamoroso flop.
 

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