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Crisi energia, Giorgia Meloni rassicura l'Europa: “Non faremo altro debito”

Daniele Di Mario
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Giorgia Meloni supera l'esame Cernobbio. E lo fa a pieni voti. L'intervento del presidente di Fratelli d'Italia, in testa nei sondaggi, era decisamente il più atteso tra quelli dei leader politici al Forum Ambrosetti. E chi preconizzava una Meloni a disagio a confronto con i cosiddetti «poteri forti» deve riconsiderare le proprie posizioni. Perché Meloni non solo ribadisce l'impostazione data a tutta la campagna elettorale - nessuna promessa irrealizzabile e niente toni sopra le righe - non rivolge attacchi pretestuosi al premier Draghi e ribadisce per l'ennesima volta e ancora senza tentennamento la linea euroatlantica dell'Italia. Sugli aiuti militari all'Ucraina, ad esempio, il leader FdI osserva: «Pensate veramente che l'Italia determina il destino del conflitto in Ucraina? Se l'Italia non mandasse più le armi o non partecipasse più alle sanzioni cosa farebbe l'Occidente? Niente, continuerebbe a mandargliele. È la nostra posizione, il nostro futuro che stiamo decidendo». «Se l'Italia si sfila dagli alleati - aggiunge - per l'Ucraina non cambia niente, per noi moltissimo. Una nazione seria che vuole difendere i suoi interessi deve avere una postura credibile». «La guerra in Ucraina - osserva ancora Meloni - è la punta dell'iceberg di un conflitto che ha per obiettivo la revisione degli assetti mondiali. Se l'Ucraina cade e l'Occidente perisce, il grande vincitore non sarà solo la Russia ma anche la Cina, e chi è più debole in Occidente, segnatamente l'Europa, rischia di trovarsi sotto l'influenza cinese. Per questo secondo me bisogna combattere questa battaglia».

 

 

Quanto al rapporto con l'Europa, il presidente FdI non intende né mettere in discussione il Pnrr né chiedere nuovi scostamenti di bilancio. Parole rassicuranti per l'Ue, chiamata in ogni caso a rivedere alcune posizioni. «Non può essere un'eresia dire che il Pnrr possa essere perfezionato, è previsto dalle norme - chiarisce infatti Meloni -. Il problema non sarà rivederlo o sistemarlo, ma saranno i ritardi che il governo ci ha lasciato. Il tema deve essere affrontato, non vuol dire stravolgerlo». Quanto al deficit, per arginare l'emergenza energia «non sono per un nuovo scostamento di bilancio, perché siamo indebitati oltremisura», mette in chiaro il leader di Fratelli d'Italia, che propone: «Possiamo provare a dialogare con l'Ue per le risorse della nuova programmazione europea».

 

 

Non manca un passaggio sul centrodestra. La coalizione - spiega - ha «un programma che abbiamo scritto in una settimana. Ci sono sicuramente differenze e sfumature ma sulla visione siamo fondamentalmente d'accordo. Siamo d'accordo su produttività, centralità della famiglia, politica fiscale. Sulla flat tax possiamo divergere sui dettagli, ma sulla necessità di abbassare le tasse siamo tutti d'accordo». E Matteo Salvini conferma. Con Meloni «ci sentiamo diciotto volte al giorno e sorridiamo per i litigi che non ci sono e che i giornali inventano», dice il segretario della Lega. A conferma dei rapporti distesi tra i due, a Cernobbio va in scena un simpatico siparietto quando Salvini nell'iniziare il proprio intervento tira fuori le slides. Fuori microfono si sente dire scherzosamente da una sorridente Meloni: «Dai, le slides?». «Si, le slides, poca spesa tanta resa», ribatte il leader del Carroccio.

 

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