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Calenda: governo di unità nazionale anche con Meloni. Letta insorge, terremoto a sinistra

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A venti giorni dalle elezioni ecco il triangolo del botta e risposta. Mentre i confronti tv stentano a materializzarsi, che si tratti del salotto di Bruno Vespa o dello studio di Enrico Mentana o di qualsiasi altra emittente tv, i leader continuano a punzecchiarsi a distanza tramite comunicati o social. Di un faccia a faccia vero e proprio, eccezion fatta per Letta-Meloni sul sito del Corriere della Sera il 12 settembre, insomma, non c’è traccia. Eppure, le provocazioni a distanza fra le punte di diamante delle varie coalizioni sono all’ordine del giorno. In una sorta di tutti contro tutti rigorosamente non vis à vis, com’è successo invece al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ma con attacchi e contrattacchi continui. C’è il leader di Azione e del Terzo polo, Carlo Calenda, che parla di buon mattino ai microfoni di Rtl 102.5 di «un governo di larga coalizione anche con Pd, Lega e anche Meloni».

 

Una frase che fa sobbalzare sulla sedia il Partito democratico, a partire dal segretario Enrico Letta, secondo cui «Calenda fa quello che crede, ovviamente. Mi sembra che sia chiaro ormai: il Terzo polo guarda a destra. Questa è la conferma di quello che diciamo, e cioè che chi vuole battere la destra ha un solo voto utile, quello per il centrosinistra». L’ex ministro al Mise corregge il tiro: «Favorevole a governo con la Meloni? Ma quando mai. Non c’è spazio» per un esecutivo con sovranisti e populisti, «sarebbe un controsenso. Ho solo detto una cosa che è molto diversa. Se io fossi Meloni che non ha una grande esperienza di gestione di ministeri anche se è una brava politica, io direi che per responsabilità è meglio andare avanti con Draghi. È - prova a mettere acqua sul fuoco - solo un consiglio di buonsenso».

Mentre poco prima il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, aveva commentato: «Beh, ora si spiega l’ossessione di Calenda nei confronti del sottoscritto e di Bonelli, e contro l’Alleanza Verdi-Sinistra. Il suo vero obiettivo è giungere ad un governo ancora più largo dell’attuale, coinvolgendo perfino Fratelli d’Italia e la Meloni. Si scrive Azione, si legge destra».

E non finisce qui, perché poi scoppia un polverone sul possibile confronto a SkyTg24. Prima con le parole avvelenate del leader della Lega nei confronti di Enrico Letta, e poi con lo scambio serrato fra lo stesso Salvini e Calenda. «Faccio il confronto con me stesso, perché Letta ha rifiutato e ha paura. Letta ha detto che per aiutare i giovani bisogna tassare i nonni. Secondo me, uno che dice una cosa del genere è il primo degli ignoranti. La tassa patrimoniale? Ma stiamo scherzando...», sbotta il numero uno di via Bellerio. Dopo aver pubblicato su Facebook un video dello ’scontro' a telecamere spente andato in scena a Cernobbio con il dem sul tema del gas e del nucleare. Perché, d’altronde, questa è una campagna elettorale senza esclusioni di colpi.

 

E, a proposito di colpi, uno lo sferra proprio il leader del Terzo polo su Twitter: «Matteo Salvini, mi è sfuggita forse la tua risposta. Dice SkyTg24 che non era previsto alcun confronto. (Ergo hai detto una balla). Però se vuoi confrontarti su energia e bollette dai ok a Sky e ci vediamo lì alle 20.30». E il Carroccio rintuzza: «Sky aveva contattato Matteo Salvini già ad agosto, proponendo un dibattito con tutti i leader di partito. Il leader della Lega, come facilmente verificabile, aveva accettato ma il progetto non si è ancora concretizzato per la mancata adesione di altri segretari di partito: all’epoca, probabilmente Carlo Calenda era ancora alleato del Pd e sosteneva di non volersi mai alleare con Renzi prima di rompere col Pd e di allearsi con Renzi». E in tutto ciò la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni? Decide di non entrare nella mischia in una giornata da fuochi d’artificio.

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