resa dei conti
Nel Pd vogliono fare la festa a Letta. Giuli rivela il piano di Bonaccini per prendersi il partito
Nel Pd si giocano due partite, quella delle elezioni del 25 settembre e l'altra per la guida del Nazareno. Il segretario dem rischia di perdere l'una e l'altra. Alessandro Giuli su Libero si chiede se "ha compreso che nel Partito democratico è in corso una campagna elettorale parallela che punta dritto alla sua leadership. È quella di Stefano Bonaccini", governatore dell'Emilia Romagna "dichiaratamente frondista rispetto alle scelte verticistiche del partito in materia di alleanze sin dai tempi della segreteria di Nicola Zingaretti". E oggi onnipresente in tv dove non manca stoccate alla leadership. Insomma, è probabile che "dopo il 25 settembre sarà lui lo sfidante principale per la guida dei democratici".
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Tra gli ultimi dardi scagliati in tv verso Letta quello sull'allarme democratico se vince il centrodestra: "Basta parlare di rischio fascismo, altrimenti che facciamo il giorno dopo se vincono? Non scherziamo". Ma Bonaccini non risparmia attacchi alla destra: "protezionista, isolazionista e sovranista... se era per Meloni, il Pnrr non sarebbe mai arrivato" e con il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi: "Sanno bene che nei collegi uninominali non hanno nessuna possibilità di prevalere, la contraddizione è tutta loro in questo momento".
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La resa dei conti nel Pd avverrà dopo le elezioni, spiega Giuli, anche se Bonaccini avrebbe voluto anticipare l'appuntamento "già all'epoca dello sciagurato governo giallorosso, quando lui e pochi altri osavano contraddire le 'zingarettate' sull'allora premier Giuseppe Conte beatificato come 'fortissimo punto di riferimento progressista'". Bonaccini ha in testa il "progetto di scalare il partito dal basso, avvalendosi delle alleanze con gli amministratori locali e tenendosi a debita distanza dalle trame bizantine della Capitale fino a che non sarà di specchiata evidenza il fallimento del nipote d'arte. A quel punto, Joe Condor dagli occhi di tigre incontrerà sulla propria via il cranio rasato e volitivo d'un modenese di successo. E saranno guai", conclude il giornalista che illustra il piano del governatore emiliano per prendersi il Pd.