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Elezioni, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si abbracciano per governare insieme. Sinistra senza parole

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Stretti in un abbraccio con alle spalle il suggestivo scorcio dello Stretto di Messina. Matteo Salvini e Giorgia Meloni, contemporaneamente in Sicilia per i rispettivi appuntamenti elettorali, si fanno ritrarre assieme, sorridenti, per rispondere a chi parla di un duello in atto per la leadership tra il segretario della Lega e la presidente di Fratelli d'Italia. "Lasciamo alla sinistra divisioni, rabbia e polemiche. Uniti si vince", scrive il Capitano pubblicando la foto opportunity via social, subito ripresa e commentata dalla leader del partito di via della Scrofa: "La migliore risposta alle invenzioni della sinistra su presunte divisioni". Insomma, nella Regione dove nell'ultimo periodo gli alleati della coalizione si sono mostrati più volte divisi sulla strada da imboccare per il post-Musumeci, ecco lo scatto che sembra sancire una sorta di 'tregua' in vista del voto del 25 settembre.

 

 

Al di là dell'immagine - scattata in occasione dell'incontro inserito in agenda al termine dei rispettivi comizi andati in scena a Messina a poco più di 3 chilometri di distanza - e di alcune dichiarazioni rese dai protagonisti ("con Salvini non è un derby a distanza" le parole della Meloni), resta il fatto che i due leader sognano di occupare lo stesso posto, quello di Mario Draghi a Palazzo Chigi, e continuano a proporre agli elettori ricette differenti, come ad esempio in risposta al tema dei migranti. Per Meloni il modo migliore per affrontare la situazione degli sbarchi resta il blocco navale, inteso come "una missione europea per bloccare le partenze" da mettere in atto "in accordo con le autorità nordafricane". Diverso il punto di vista di Salvini, secondo il quale invece "non occorrono i blocchi, basta riapplicare i decreti sicurezza". Decreti che, se fosse lui a dover ricoprire l'incarico di premier, tornerebbero subito in auge. "Nel primo Consiglio dei ministri, e se gli italiani sceglieranno la Lega per me sarebbe un onore presiederlo, il presidente del Consiglio li reintrodurrà - afferma Salvini -. Noi dobbiamo tornare a difendere i confini e a bloccare gli sbarchi e il traffico degli esseri umani". "Non serve inventare niente - rimarca quindi il leader leghista -: al primo Cdm, a costo zero, si reintroducono i due decreti sicurezza che hanno perfettamente funzionato per anni". A puntare con decisione al ruolo di capo del governo c'è però anche Giorgia Meloni, forte dei sondaggi che danno Fratelli d'Italia primo partito. D'altronde, come evidenziato da Guido Crosetto, "in campagna elettorale ogni leader ha due obiettivi: ottenere un risultato di coalizione e ottenerne uno di partito. E risponderà dei due risultati. È una competizione nella competizione".

 

 

Un altro punto su cui poi divergono le posizioni di Salvini e Meloni è quello relativo alla squadra di governo. Per il leghista sarebbe giusto che il centrodestra prima del voto offrisse agli italiani i nomi di due o tre ministri. In particolare quelli da anticipare sarebbero Esteri, Economia e Giustizia. E su quest'ultimo Salvini si è già esposto affermando che Giulia Bongiorno come Guardasigilli "sarebbe una garanzia". Secondo alcuni rumors, tuttavia, per lo stesso dicastero Fdi avrebbe in mente l'ex magistrato Carlo Nordio, mentre alle riforme andrebbe l'ex presidente del Senato Marcello Pera. Finora comunque Meloni sul tema non si è mai espressa. Una linea tenuta anche rispondendo a chi a Messina cercava di capire le future sorti del governatore uscente Nello Musumeci: "Se in caso di vittoria del centrodestra sarà ministro per il Sud? Non parlo di poltrone prima di vincere le elezioni".

 

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