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Crisi del gas e bollette, Vittorio Feltri indica la soluzione che nessuno vuole vedere

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La soluzione al caro bollette e alla crisi del gas esiste ma nessuno ne parla. Anzi, la politica fa finta di non vederla. A indicarla è Vittorio Feltri che in un articolo su Libero parte dalla proposta di Carlo Calenda, che ha chiesto "di bloccare la campagna elettorale allo scopo di affrontare e risolvere la crisi del gas. Innanzitutto ci chiediamo perché sia indispensabile, a pochissime settimane dal voto, paralizzare la campagna elettorale per lavorare dentro le istituzioni. Forse che una cosa esclude l'altra? Sorvoliamo, se non altro per pietà. Anche perché il punto è un altro ed è alquanto serio", spiega il direttore editoriale del quotidiano.

 

La soluzione rapida alla crisi energetica per evitarci i razionamenti è una sola, spiega Feltri: "La conosciamo tutti eppure facciamo finta di non vederla". "Essa riguarda la cancellazione delle sanzioni a carico di Mosca, le quali, così come prevede il diritto internazionale oltre che la logica, comportano inevitabilmente l'adozione da parte della Russia di ritorsioni, le cui conseguenze, dipendendo l'Italia quasi completamente da Gazprom, non possiamo proprio permetterci se non vogliamo precipitare nel baratro della depressione economica irreversibile con tanto di paralisi di ogni attività", scrive il direttore che condanna "senza ombra di dubbio" la condotta di Vladimir Putin, ma denuncia che "avremmo dovuto applicare un atteggiamento molto più prudente nella gestione del nostro approccio alla guerra in Ucraina evitando di introdurci nel conflitto tanto direttamente da inviare aiuti militari e perseguitare persino i russi che qui in Italia vengono a scaricarci valanghe di quattrini".

 

Per Feltri l'unico modo per tirarci fuori da una situazione drammatica è "sospendere seduta stante le sanzioni che abbiamo inflitto alla Russia. L'altro rimedio richiede tempi più lunghi e consiste nella rinuncia ad un ostinato e ottuso comportamento di rifiuto verso qualsiasi proposta che possa condurci alla autonomia energetica".

 

Gli italiani, poi, "pretendono il gas in casa, a buon prezzo, ma non vogliono quello russo", e non vogliono "neppure il nucleare autoprodotto, rigettano altresì il rigassificatore a Piombino". Ma non si può avere tutto. Sul nucleare, Feltri ricorda che importiamo l'energia prodotta nelle centrali in Francia: "È una gigantesca contraddizione", perché "qualora esplodesse una centrale nucleare a pochi chilometri da noi, ossia in Francia, le conseguenze sarebbero identiche a quelle che si verificherebbero se esplodesse in Italia". 

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