verso il voto
Elezioni, Giorgia Meloni suona la carica e avvisa Sergio Mattarella: “Io premier se Fratelli d’Italia vince”
«Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di FdI non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa». Giorgia Meloni ha continuato il proprio tour elettorale e da Ceglie Messapica, in Puglia, ha insistito nel rivendicare Palazzo Chigi qualora il suo partito fosse il più votato di un centrodestra vittorioso alle elezioni. Non solo, la laeder di Fratelli d’Italia rilancia anche il presidenzialismo come cura all’instabilità di governo in Italia. «L’anomalia non sarei io, ma lo è stata Mario Monti», ha detto Meloni, che nei giorni scorsi si era ancora rivolta ai media stranieri per rassicurare l’opinione pubblica internazionale sul fatto che con lei a capo del governo non ci saranno né sconquassi nei conti pubblici né cambiamenti nella collocazione internazionale del nostro Paese.
«Io ho fatto un manifesto di presentazione della campagna elettorale - ha spiegato - sul tema di essere pronti. Sappiamo che per il nostro ordinamento la scelta su chi guiderà l’Italia alla fine spetta al presidente della Repubblica. Sarà una campagna molto lunga e complessa. Se il centrodestra vincesse le elezioni e per quelle che sono le nostre regole FdI sarebbe primo partito, l’indicazione degli italiani sarebbe chiaro. Faccio politica da 30 anni - ha detto ancora Meloni - ho fatto tutta la trafila, ho cercato di portare avanti nel migliore dei modi tutti gli incarichi assegnati. Ritengo di essere pronta per questo compito altrimenti non mi sarei candidata. Ma non lo faccio a cuor leggero. Nessuno si può mettere di fronte a un incarico del genere senza che gli tremino i polsi. Io ieri notte non sono riuscita a dormire per il problema delle bollette. Quando hai sulle tue spalle la vita degli altri - ha concluso - non lo fai con leggerezza».
La presidente di FdI ha replicato anche a Luigi Di Maio, che aveva insistito proprio sulla sua presunta inadeguatezza a guidare il governo: «Sono attacchi di disperazione, di uno che è pagato per screditare l’Italia. Io non ho mai parlato male all’estero della mia nazione».