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Elezioni politiche 2022, il trucco di Enrico Letta: “O noi o la destra”. Così vuole fregare gli altri partiti

Christian Campigli
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Il tentativo, banale e ripetitivo, di polarizzare il voto. Di creare uno scontro epico. Per la libertà e contro il pericolo fascista. Enrico Letta, da questa campagna elettorale, sta ricevendo solo sberleffi, polemiche e tante porte in faccia. Stamani, intervistato da Radio Capital, il segretario dem torna su uno dei suoi cavalli di battaglia. "Questo voto è o di qua o di là, o si vota per una destra con Salvini e Meloni oppure, l'unica alternativa che può competere siamo noi, il centrosinistra. La legge elettorale ha una parte maggioritaria, in cui in un terzo circa dei collegi vince solo uno, il primo: i piccoli partiti non hanno la capacità di eleggere nessuno e la competizione è solo tra i grandi partiti. A me non piace questa legge elettorale, abbiamo provato a cambiarla, ma questa è".

 

 

La strategia dell'esponente pisano è chiarissima: consapevole della pressoché certa sconfitta, prova a minimizzare i danni. Perché, in realtà, quando attacca Giorgia Meloni, di fatto cerca di screditare, prima ancora della leader dei conservatori, Conte, Calenda e Renzi. Per Letta è fondamentale avere, dopo il 25 settembre, un parlamento di fedelissimi. Meno esponenti grillini e appartenenti al terzo polo verranno eletti e (per lui) meglio sarà.

 

 

Il leader dem è tornato poi sul discorso di Draghi di ieri al Meeting di Rimini. "Ho provato un grande rimpianto nel pensare che quel governo stava facendo così bene, stava ridando grande credibilità all'Italia. Tutto fermato perché alcuni partiti hanno deciso di far cadere il governo, credo sia stato un grande errore". Infine, un accenno sul confronto televisivo a due, bocciato ieri dall'autorità per le garanzie nelle comunicazioni. "Leggeremo bene la decisione dell'Agcom - conclude il Letta - che mi sembra molto bizantina. Non ho ancora capito se è un no, un nì o un sì. La studieremo bene e decideremo il da farsi".
 

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