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Regionali Lazio e guerra nel Pd, spunta il nome di Marianna Madia per il dopo Zingaretti
Marianna Madia. È questo il nome che indica il tassello forse più importante di un mosaico Pd assai complesso da comporre ma che, pezzo dopo pezzo, si sta già delineando, fornendo spiegazioni certamente più logiche rispetto alla lite dovuta a fede calcistica - sul motivo della pubblicazione del video choc che ha portato alle dimissioni il capo di gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri, Albino Ruberti, e al ritiro della candidatura di Francesco De Angelis. «Distratti» forse dalla campagna elettorale per le politiche del 25 settembre in pochi si concentrano sulle regionali di gennaio. Una partita, a livello locale, assai più importante dei seggi parlamentari.
Dieci anni di Zingaretti alle spalle, quattro anni di Gualtieri davanti. In mezzo il Giubileo 2025, la candidatura a Expo 2030 e tanti miliardi del Pnrr in arrivo. Un centrodestra dato in volata anche nel Lazio, dove il voto di settembre si replicherà, probabilmente con poche differenze, neanche quattro mesi dopo. E l'asso nella manica del Pd sarebbe proprio Marianna Madia da candidare alla guida di una Regione che, ad oggi, appare più in bilico che mai. L'ex ministro, parlamentare da quattro legislature nonostante la giovane età (41 anni), felice «scoperta» dell'allora segretario dem, Walter Veltroni, è candidata nel collegio proporzionale di Viterbo. Quello stesso al quale ha dovuto rinunciare Patrizia Prestipino e che ha scatenato l'ira di gran parte degli esponenti del Pd romano. Quello stesso collegio al quale puntava Enrico Panunzi, noto esponente locale dei dem e al quale, guarda caso, è stato offerto il posto - collegio Lazio 1- del rinunciatario Francesco De Angelis. Ancora, la più credibile ricostruzione sulla famosa cena di giugno sfociata poi nella lite in cui Ruberti fa supporre, con le frasi «a me me te compro? a me te compri?» rivolte a Vladimiro De Angelis (fratello di Francesco), un tentativo di contrattazione per il sostegno alla ricandidatura della compagna e consigliera regionale uscente, Sara Battisti.
Un'inchiesta, quella partita dalla pubblicazione del video a quattro giorni dalla chiusura delle liste, che potrebbe riservare ulteriori sorprese. Sarebbero infatti cominciati i primi interrogatori. Dalla Regione al Campidoglio il passo è sempre stato brevissimo. Nella logica di cambiare un equilibrio dem sin troppo spostato sull'asse Mancini-Zingaretti-Astorre, e che vedeva nel ruolo di Ruberti in Campidoglio la sua espressione «operativa», si è ricorso al fuoco amico. Un fuoco che ha colpito il doppio bersaglio e lanciato un messaggio chiarissimo sulla necessità di un nuovo equilibrio tutto interno al partito. Ecco allora l'asse Letta-Franceschini.
Ecco allora che spunta la carta Madia, candidata al proporzionale in modo che una sua eventuale «uscita» non comporterebbe elezione suppletiva, e la sua dichiarazione alla vigilia del Mondo di Mezzo riguardo la partecipazione alle primarie per il posto vinto poi da Ignazio Marino nel 2013 «Nel Pd Roma ho incontrato associazioni a delinquere» la ergono a paladina di una legalità che potrebbe tornare assai utile, soprattutto se dalla procura di Frosinone dovessero uscire altri aspetti di una vicenda destinata a condizionare non solo il voto laziale.