Il bluff delle parlamentarie M5S, Conte piazza i suoi e scarta i più votati
Più che Movimento 5 Stelle dovrebbe chiamarsi Partito di Giuseppe Conte. I risultati delle «parlamentarie», tenutesi quattro giorni fa, svelano che la votazione della base grillina è stata un grande bluff. I posti da capolista, quelli che hanno la quasi certezza di finire in Parlamento, vanno tutti ai fedelissimi del capo politico, che erano stati inseriti nel famoso «listino». Le preferenze espresse dai 50.014 iscritti al M5S vengono subordinate al volere del leader. I più votati vengono relegati al secondo posto, se non addirittura al terzo. È accaduto alla deputata Francesca Flati, la più votata per un posto alla Camera (1.695 preferenze) che deve lasciare il passo come capolista nel terzo collegio Lazio 1 a Francesco Silvestri, capogruppo pentastellato a Montecitorio, uno dei quindici componenti del listino di Conte. Due giorni fa lo stesso Silvestri spiegava che «buona parte delle liste» sarebbe stata composta grazie al voto degli iscritti. Avrebbe dovuto aggiungere che quella parte sarebbe stata anche la meno importante.
Finisce addirittura terza, nel collegio Lazio 1 per il Senato, Giulia Lupo, nonostante sia la seconda più votata in assoluto (2.364 preferenze) dietro ad Alessandra Maiorino (2.738). Prima del suo nome, infatti, c’è quello di Roberto Monaldi, che almeno non fa parte del listino ma si guadagna la seconda posizione grazie all’obbligo dell’alternanza di genere.
I "raccomandati" di Conte fanno man bassa ovunque. L’ex sindaca Chiara Appendino è super blindata, capolista in tutti e quattro i collegi per la Camera del Piemonte. Lo stesso Conte è primo in lista in cinque collegi: Campania, Puglia, Sicilia e due in Lombardia. Sono sicuri di un posto anche gli altri componenti del listino: dai vice Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde e Mario Turco ad altri big come Mariolina Castellone e Stefano Patuanelli, passando per i magistrati Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato. Intanto affiorano già le prime tensioni. In Calabria - secondo quanto apprende l’Adnkronos - c’è chi rinuncia alla candidatura, mentre nel Lazio non mancano i mugugni per la presenza come capolista del professore universitario Livio De Santoli, già preside della facoltà di Architettura alla Sapienza. In queste ore stanno facendo il giro di alcune chat dei parlamentari vecchi articoli risalenti al 2010, dove il nome di De Santoli compare in alcune intercettazioni del 2009 legate all’inchiesta sulla famosa "cricca" degli appalti. De Santoli - che, va sottolineato, non è mai stato indagato né sentito come persona informata dei fatti - spiegò in un’intervista a Il Tempo di essersi limitato a dare dei consigli ai ragazzi in vista degli esami.
Nei giorni scorsi aveva tenuto banco la polemica sui parenti dei parlamentari uscenti. Samuel Sorial, fratello dell’ex deputato Giorgio, ce l’ha fatta, ed è capolista per la Camera nel collegio Lombardia 3-02. È riuscito nell’impresa con la bellezza di 225 voti. Solo terzo si è piazzato Davide Buffagni (747 voti), fratello di Stefano, deputato ed ex ministro allo Sviluppo. Prima di lui, nel collegio Lombardia 1-02, c’è Sara Montrasio con 324 voti, seconda grazie all’alternanza di genere. Capolista del loro collegio è Giuseppe Conte. È andata male, invece, a Ergys Haxhiu, marito della ministra Fabiana Dadone, e a Paolo Trenta, fratello dell’ex ministra Elisabetta. Entrambi sono finiti tra i candidati supplenti.
Salta all’occhio la facilità con cui alcuni candidati si sono ritrovati primi in lista. Eclatante il caso Molise. Nell’unico collegio per la Camera, è prima Annamaria Belmonte, con soli 137 voti. Ne sono bastati 163 a Maria Del Mirto per correre per il Senato. Monica Ferraris, invece, è capolista nel collegio Lombardia 3-01 per la Camera con 387 voti.
C’è anche un altro aspetto da sottolineare. Oltre ai big del listino di Conte, gli altri primi in lista, o secondi, sono tutti deputati e senatori uscenti. A tornare in Parlamento, quindi, saranno i politici, con buona pace della società civile. Corrono in posizione privilegiate per la Camera i deputati Luca Carabetta e Stefania Mammì in Piemonte; Giovanni Currò e Valentina Barzotti in Lombardia; Angela Raffa, Luciano Cantone e Filippo Scerra in Sicilia; Luca Sut in Friuli; Roberto Travesi in Liguria; Davide Zanichelli e Stefania Ascari in Emilia Romagna; Chiara Bartalini in Toscana; Ilaria Fontana nel Lazio; Daniela Torto in Abruzzo; Gilda Sportiello in Campania; Carla Giuliano e Leonardo Donno in Puglia; Vittoria Baldino in Calabria. Lunga anche la lista dei senatori ben posizionati per essere confermati: da Gabriella Di Girolamo (Abruzzo) a Marco Croatti (Emilia Romagna), da Elisa Pirro e Bruno Marton in Lombardia fino a Barbara Guidolin in Veneto. Alla faccia della diversità del M5S per cui la politica non è una professione.