l'ultimo sondaggio
Sondaggi, doccia gelata per Letta e compagni: i voti di sinistra vanno a Conte. E il centrodestra vola
Fratelli d'Italia capitalizza la coerenza di essere restato all'opposizione e continua crescere nei sondaggi. Ma i risultati del partito di Giorgia Meloni non sono una novità, e gli elementi più interessanti in vista delle elezioni del 25 settembre riguardano gli altri due campi, quello della sinistra e il Terzo Polo formato da Matteo Renzi e Carlo Calenda.
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A dedicare un'analisi dei risultati delle rilevazioni più recenti è il Corriere della sera che basa le sue valutazioni sul sondaggio di Antonio Noto del 17 agosto. Negli ultimi venti giorni FdI e Movimento 5 stelle sono i partiti che hanno fatto registrare progressi più rilevanti. "Il partito di Giorgia Meloni oscillerebbe tra il 24 e il 25 per cento, guadagnandone un paio rispetto alla crisi" che ha portato alla fine del governo di Mario Draghi. Il balzo del partito di Giuseppe Conte invece va dal 9-10 per cento al 12-13 di oggi, grazie allo spostamento degli "elettori di sinistra, compresi quelli del Pd, che non si riconoscono nell'Agenda Draghi", spiega Noto. Nell'area di centrodestra la Lega di Matteo Salvini è data tra il 12 e il 13 per cento, Forza Italia tra il 7 e l'8. I quattro partiti centristi riuniti nella coalizione oscillando tra il 2 e il 3 per cento, rischiando di non eleggere nessuno al proporzionale.
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Il Pd di Enrico Letta risulta in calo negli ultimi venti giorni e oggi è dato al 21-22 per cento. E una spinta propulsiva al centrosinistra non arriva neanche dagli alleati, dal momento che l'asse formato da Sinistra italiana e Verdi rischiasi restare sotto l'asticella del 3 per cento, e +Europa e Impegno civico sono dati all'1,5. Appare sempre più solido il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi che tocca oggi il 7-8 per cento.
Dal punto di vista dei seggi e dei calcoli del Rosatellum, la simulazione di Noto dà al centrodestra l'80-90 per cento dei collegi dell'uninominale e , in generale, la possibile conquista del 60-64 per cento dei parlamentari, a un passo da due terzi che consentirebbe modifiche alla Costituzione senza passare dal referendum. Resta l'incognita degli indecisi che, se voteranno, sceglieranno all'ultimo minuto. Per i vari istituti di sondaggi sono il 30-40 per cento degli italiani.