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Elezioni politiche, Silvio Berlusconi rilancia il poliziotto di quartiere

Gaetano Mineo
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È convinto che «non basta la vittoria del centrodestra» perché «serve un’affermazione di Forza Italia». In altri termini, per Silvio Berlusconi, «quanto più forti saremo, tanto più i nostri contenuti, le idee liberali condizioneranno l’attività di governo». Arriva puntuale la consueta pillola elettorale quotidiana del Cavaliere. Un crescendo appuntamento mediatico che gli ha consentito di riprendere la scena a discapito, a volte, degli altri due leader del centrodestra. D’altronde, si sa, in materia di campagna elettorale, nulla da insegnare al "padre" degli azzurri. E così, Berlusconi rilancia il poliziotto di quartiere perché «la sicurezza dei cittadini è il primo compito di uno Stato liberale».

«Quando saremo al Governo ripristineremo ed estenderemo l’istituto del poliziotto di quartiere – spiega - e l’operazione "Strade Sicure" con l’utilizzo delle Forze Armate a fianco delle Forze dell’Ordine, per vigilare soprattutto nelle periferie e prevenire i reati nelle città». In ogni caso, è consapevole che «l’organico delle Forze dell’Ordine è troppo ridotto», quindi, «abbiamo il dovere di potenziarlo in modo adeguato e le retribuzioni dei loro membri devono aumentare di un terzo». Poi si rivolge agli elettori intenzionati a non votare. «Il nostro compito è quello di far capire agli italiani delusi che andare a votare, e naturalmente votare per noi, è il solo modo per tutelare i propri interessi – prosegue l’ex premier -. Dobbiamo spiegare che solo chi è soddisfatto di come vanno le cose in Italia può permettersi il lusso di non andare alle urne». E riprendendo la sua maestria nel comunicare, Berlusconi chiude con uno sketch il video postato sui social. «Se tu sei d’accordo, se anche tu pensi che si debbano investire più risorse per la sicurezza, il 25 settembre devi andare a votare per il partito comunista...», dice a sorpresa l’ex presidente del Consiglio in chiusura della clip. Subito dopo, il Cavaliere finge di sussultare per il lapsus, si mette una mano sulla bocca e prosegue con il tono di chi si corregge: «Ho sbagliato, devi votare per noi. Per Forza Italia», dice sorridendo rivolto a chi stava seguendo la registrazione del video.

L’ex premier ha poi riunito l’ufficio di presidenza di Forza Italia per gli adempimenti statutari in vista delle elezioni del 25 settembre. Ma continua a ribadire che «il rischio di astensionismo è molto alto». E lo conferma in un’intervista a Politico.eu, evidenziando che «questa è una delle ragioni - non la più importante, naturalmente - per le quali avremmo preferito che il governo Draghi potesse continuare fino alla fine naturale della legislatura, e si andasse a votare nella primavera del 2023. Non è stato possibile, per il comportamento irresponsabile dei Cinque Stelle e per le manovre ambigue del Partito Democratico».

Sul fronte candidature, Forza Italia è ancora in alto mare sulla formazione delle liste. Il silenzio sulla griglia dei nomi da parte di Arcore nel bel mezzo di una trattativa molto delicata, visto i pochi seggi sicuri a disposizione, alimenta le voci incontrollate sui "sommersi e i salvati" tra le fila azzurre. Resteranno fuori, di certo, esponenti come Adriano Galliani («Non mi candido, voglio dedicarmi completamente al Monza in serie A») e l’ex presidente del Senato, Renato Schifani, che corre come candidato azzurro del centrodestra alla guida della Regione Siciliana.
 

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