Pd, Enrico Letta fa fuori la minoranza interna per "paura" di non poterla controllare
La notte dei lunghi coltelli in salsa dem si è conclusa da poche ore. Ma lo strascico di polemiche, accuse reciproche e possibili, nuovi strappi sono di stretta, strettissima attualità. C'è un quesito alla base dell'analisi politica sulla scelta del Partito Democratico da dirimere. Enrico Letta ha offerto un seggio in parlamento solo (tranne pochissime e selezionate eccezioni) ai suoi fedelissimi perché è un vero leader, per dimostrare che chi sta con lui ha vantaggi e chi lo osteggia ha già perso in partenza o, al contrario, evidenzia la clamorosa debolezza del segretario pisano? Impossibile essere lapidari nella risposta. Ma alcune considerazioni sono piuttosto evidenti. Letta, anche secondo i suoi fedelissimi, è un ottimo politico, molto capace nella strategia, ma ben lontano dal poter essere definito un capo popolo. Uno di quei numeri uno che, quando parlano, arringano la folla e le regalano solide certezze. Tutto il contrario, per intendersi, di Matteo Renzi.
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Letta sa di perdere, e vuole un Parlamento di deputati e senatori fedelissimi. Una strategia pragmatica, lungimirante e che, impossibile negarlo, è il frutto anche di quell'ormai famigerato Enrico stai sereno. E della paura di essere tradito proprio dai suoi.
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Luca Lotti paga un prezzo altissimo per essere stato sì amico e confidente di Renzi. Ma aver scelto, in tempi non sospetti e senza alcun ripensamento, il Pd. "Il mio segretario mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio - si sfoga l'ex ministro dello sport su Facebook - Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è". Il Lampadina è, per altro, molto legato al suo territorio, l'empolese. "Perché Lotti è stato fatto fuori e Marcucci verrà candidato. Quali sono i reali motivi di questa decisione?" si chiede un dirigente dem. Anche perché il rischio di spingere certi esponenti nelle accoglienti braccia di Renzi e Calenda è dietro l'angolo. E rimettere così in discussione quei (pochi) seggi certi per il Pd.