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Chi può avere la Flat tax, il centrodestra trova l'accordo sul programma

Daniele Di Mario
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Il centrodestra trova la prima intesa sulla flat tax. Il tavolo nazionale di coalizione, convocato per limare gli ultimi dettagli sul programma definisce come verrà applicata la tassa piatta. In caso di successo elettorale, il nuovo governo di centrodestra estenderà la flat tax al 15% alle partite Iva con un fatturato fino a 100mila euro. Oggi è prevista per i redditi da partita Iva fino a 65mila euro. Non solo. La flat tax sarà applicata anche «sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese».

Alla fine, insomma, passa la linea di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia. Una formula che mette d'accordo le forze politiche sul fisco. Il segretario della Lega aveva parlato di flat tax al 15% per tutti, anche per i lavoratori dipendenti. Un obiettivo - aveva però spiegato- da raggiungere nell'arco dei cinque anni. Il presidente di Forza Italia silvio Berlusconi aveva invece prospettato un'aliquota al 23%. Niente promesse elettorali, ma concretezza e senso della realtà. L'obiettivo è formulare proposte realizzabili e in linea con le difficoltà economiche del periodo e che in autunno potrebbero farsi ancora più pesanti.

L'accordo sulla flat tax non entra così nello specifico delle percentuali di aliquota sulle quali ci sono differenze di vedute tra i partiti. Il programma di governo è chiuso (ora passa ai leader): rispetto ai 15 punti già definiti nei giorni scorsi ci dovrebbero essere alcune correzioni (una riguarda appunto la tassa piatta perché nel documento precedente non si faceva riferimento alla flat tax incrementale) e un ampliamento di alcuni capitoli. Il più corposo quello sull'ambiente. In un primo momento si faceva riferimento solo a un piano straordinario per la tutela e la salvaguardia della qualità delle acque marittime e a un piano per il dissesto idrogeologico.

Ora il dodicesimo punto recita: «Rispettare e aggiornare gli impegni internazionali assunti dal nostro paese per contrastare i cambiamenti climatici; utilizzare fino in fondo le risorse del Pnrr per l'ambiente, oltre 70 miliardi, per far decollare la transizione ecologica sia in termini di investimenti produttivi, sia accompagnando l'industria cosiddetta pesante nella riconversione, sia nella creazione di nuovi posti di lavoro green». Ed ancora: «Programma straordinario di resilienza delle aree fragili del paese a rischio dissesto idrogeologico con interventi mirati sui letti dei corsi d'acqua, il ripristino delle aree di laminazione, e la piantumazione intensiva di alberi soprattutto nelle aree abbandonate dall'agricoltura e potenzialmente instabili e franose». Infine: «Piano straordinario per il rinnovamento delle reti idriche di adduzione (per evitare gli sprechi intollerabili) che di deflusso (per adeguare il territorio ai nuovi regimi di piogge torrenziali che devastano città e campagne). Far diventare l'educazione ambientale materia curriculare obbligatoria nelle scuole secondarie».

Per quanto riguarda la giustizia sulla riforma del processo penale si punta «all'effettività del giusto processo; alla razionalizzazione dei riti alternativi e della prescrizione processuale; alla modernizzazione degli strumenti di contrasto alle mafie; allo stop ai processi mediatici». Sulla riforma dell'ordinamento giudiziario confermata la separazione delle carriere e la riforma del Csm. Riguardo al processo civile e tributario: «Riduzione dei tempi e semplificazione delle procedure e revisione dell'onere della prova fiscale e superamento dell'eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio».

Non cambia il testo rispetto a quello della settimana scorsa nella parte sulla politica estera (con riferimento non solo alla guerra in Ucraina ma anche agli impegni sul Pnrr) e sulle riforme istituzionali (autonomia e presidenzialismo). Nessuna modifica neanche sul capitolo immigrazione, tutela della salute, lavoro («Taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori; Tutela del potere d'acquisto di famiglie, lavoratori e pensionati di fronte alla crisi economica e agli elevati tassi di inflazione; Azzeramento Iva sui beni di prima necessità; Defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendale anche attraverso detassazione e decontribuzione premi di produzione e buoni energia»). Per quanto riguarda il fisco confermato il progetto di ridurre la pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi. «No a patrimoniali dichiarate o mascherate - si legge nell'ultima bozza del documento- Abolizione dei micro tributi che comportano eccessivi oneri di gestione allo stato. Pace fiscale e saldo e stralcio: accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso. Politiche fiscali ispirate al principio del «chi più assume, meno paga». Ed ancora: «Rapporto più equo tra Fisco e contribuenti: onere della prova fiscale a carico dello Stato, riforma della giustizia tributaria e superamento dell'eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio; Introduzione del conto unico fiscale per la piena e immediata compensazione dei crediti e dei debiti verso la Pa».

Intanto, Matteo Salvini torna sul tema della premiership, aprendo la strada di Palazzo Chigi a Giorgia Meloni: «Questa è la democrazia. Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può». La Lega si presenterà alle elezioni con il simbolo del 2018: il contrassegno elettorale riportala scritta «Lega» sopra l'effigie del guerriero Alberto da Giussano e in fondo «Salvini premier». Il segretario ribadisce l'intenzione di realizzare «se vince il centrodestra», il nucleare pulito «in sette anni» e sulle liste assicura: «Sono definite» e i nomi arriveranno «a cavallo di Ferragosto». 

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