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Sinistra italiana e Azione non possono stare insieme: intesa non per governare

Daniele Di Mario
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Enrico Letta lo dice chiaramente. L’accordo tra Pd, Sinistra Italiana ed Europa Verde non serve a governare, ma solo a limitare numericamente la futura maggioranza del centrodestra. Viva la sincerità. La debolezza del centrosinistra e il fallimento del campo largo hanno creato un matrimonio d’interessi, nozze senza amore con la sola finalità di limitare la vittoria elettorale del centrodestra. Perché con alleati del genere Letta non pensa neanche di governare. E, del resto, come potrebbe? La coalizione messa insieme dal segretario Pd mette insieme Azione e +Europa di Carlo Calenda ed Emma Bonino, con Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni ed Europa Verde di Angelo Bonelli. Liberaldemocratici da una parte e rossoverdi dall’altra. I cui programmi non potrebbero essere tanti diversi. Anzi opposti. «Almeno loro sono chiari», twitta ironico Carlo Calenda, commentando i punti del programma che Sinistra Italiana ha sottoposto al Pd e non celando una certa irritazione con il Nazareno. Anche perché nel programma di Fratoianni ci sono, tra le altre cose, il reddito di cittadinanza e il no all’energia fossile. 

NATO - Ma andiamo con ordine. In politica estera Azione e i rossoverdi sono agli antipodi. Se Calenda rivendica l’appartenenza dell’Italia allo schieramento euro-atlantico, altrettanto non si può dire per Fratoianni. Un esempio lampante. Pd e Azione hanno in Parlamento hanno votato a favore al via libera all’ingresso di Finlandia e Svezia nell’Alleanza Atlantica. Sinistra Italiana ha votato contro.

UCRAINA - Posizioni diverse anche sul conflitto ucraino. Se Azione - come il Pd - è favorevole all’invio di aiuti, anche militari, a Kiev, lo stesso non si può dire per i suoi nuovi compagni di coalizione. «Le armi non costruiscono la pace», diceva Fratoianni ad aprile, prima di presentare, il 21 giugno scorso, una risoluzione per sospendere le forniture militari e lavorare al negoziato.

 

 

ENERGIA - Anche su questo punto le differenze tra liberaldemocratici e rossoverdi sono marcate. Azione, nel proprio programma, punta a raggiungere l’indipendenza dal gas russo attraverso nuovi rigassificatori e lo sblocco delle energie rinnovabili. Calenda poi è da sempre favorevole al ricorso all’energia nucleare di nuova generazione e non ne ha mai fatto mistero, indicando proprio questo come uno dei punti che lo dividono maggiormente dal M5S di Giuseppe Conte, ma anche da Sinistra Italiana e Verdi. Anche se, al momento di siglare l’accordo elettorale con il Pd, il nucleare è passato in secondo piano. Fratoianni e Bonelli, invece, di nucleare non vogliono sentir parlare, così come viene escluso il ricorso a fonti fossili.

M5S - Totale diversità di vedute anche sul rapporto con i pentastellati. Secondo Fratoianni il Pd, dopo aver raggiunto l’intesa con FI e Verdi, deve riaprire il dialogo anche con Conte. Calenda la pensa esattamente all’opposto: dove c’è il M5S non può esserci Azione. Né a livello nazionale, né nelle Regioni e nei Comuni.

LAVORO - Per Azione il reddito di cittadinanza va profondamente cambiato, così come è necessaria una rivalutazione delle pensioni. Secondo Fratoianni, invece, «l’abolizione del reddito di cittadinanza è una bestialità». Sì invece al salario minimo, una misura che figura anche nel programma di Azione.

 

 

TASSE - Siglando l’accordo con il Pd, Calenda ha detto chiaramente: no a nuove tasse, taglio dell’Irap e dell’Irpef per i redditi medi e per i giovani, diminuzione della pressione fiscale spostando la tassazione su lavoro e produzione alle transazioni digitali. Letta declina però proposte molto care alla sinistra: patrimoniale e tassa di successione.

AGENDA DRAGHI - Calenda e Letta sono stati tra i più fervidi sostenitori del premier Mario Draghi, sposando in toto la sua agenda e facendone il perno della loro alleanza. Peccato che molti suoi punti risultino indigesti a Fratoianni e Bonelli. SI, del resto, è rimasta all’opposizione.

PUNTI COMUNI - Pochissimi gli elementi di convergenza. Sul Sud Calenda propone il miglioramento delle infrastrutture e l’aumento dei finanziamenti a istruzione e ricerca. Sui diritti civili Azione punta al superamento delle discriminazioni di genere e dice sì allo ius scholae. Musica per Pd e rossoverdi, peccato che Azione sia favorevole ale quote d’ingresso per gli immigrati e alla separazione delle carriere con riforma della custodia cautelare e del sistema penitenziario. Punti cari a Bonino e Della Vedova. Meno alla sinistra.

 

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