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Elezioni 2022, per Azione di Carlo Calenda ora c'è l'incognita delle firme

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Carlo Calenda strappa con il Pd e dice addio alla maxi-coalizione di centrosinistra. E per Azione ora c'è l'incognita delle firme. La questione è tecnica e non priva di interrogativi. Il partito di Calenda per correre alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 potrebbe non dover raccogliere le firme per presentarsi, soprattutto se dovesse continuare a esistere il patto con +Europa. In ogni caso, fonti di Azione nelle scorse settimane e prima dell'intesa coi dem avevano spiegato che il partito rientrerebbe nel novero di quelli esentati come previsto dalla legge, vantando un europarlamentare, ossia lo stesso Calenda, eletto alle ultime europee con il simbolo di ‘Siamo europei’, lista in continuità giuridica con Azione. Ma la questione è controversa.

 

Secondo altre fonti Calenda dovrebbe raccogliere le firme senza un accordo con un altro gruppo, come quello - che potrebbe saltare - con   il partito di Emma Bonino.  O come quello, ormai possibile, con Italia Viva di Matteo Renzi. 

 

"Se dovremo raccogliere firme le raccoglieremo e se non ce la faremo vuol dire che l’offerta era davvero molto debole", ha detto Calenda a Mezz’ora in più su Rai3, dove ha annunciato la rottura con il Pd.  "C’è delusione per Letta, non animosità. Letta ha fatto quello che hanno fatto tutti i leader dem prima di lui", ha detto  il segretario di Azione spiegando che "questa coalizione di sinistra è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere, per questo eravamo disposti a cedere su tutto, anche i collegi, la scelta è stata fatta dal Pd".  C’è la possibilità di un ripensamento? "Non credo". 

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