Elezioni, corsa al seggio nel mondo della politica. Raccomandazioni, messaggi: la casta resta sempre la stessa
"I parlamentari non servono più a nulla e anzi, quelli del futuro, andrebbero sorteggiati a sorte. Per dare a tutti la possibilità di entrare in Parlamento". Quanto Beppe Grillo ritenesse inutile avere dei rappresentati politici capaci, lo si capiva già da queste parole del 2014. Uno sfregio anche concettuale a ciò che la politica rappresenta. Poi l'imbarcata stellata dell'ultima legislatura, ha fatto il resto. Veniva proposta di fatto, una lotteria. Un gratta e vinci sul modello 'turista per sempre'. Di quelli che si comprano accaldati in autogrill, immaginando di fuggire lontano mollando il tutto. Il Beppe non è certo l'unico ad avere una considerazione così bassa della politica.
Di Maio non trova lavoro agli altri, ma solo un seggio per sé
Basterebbe chiedere ai segretari di partito ad esempio, quanto i loro cellulari stiano ribollendo in queste ore. Dai cento ai duecento messaggi di media al giorno. Sono tutte richieste di un seggio. Possibilmente bloccato. Vi sono fenomeni che si candidano a dicasteri, altri un po' più modesti, che si accontenterebbero di schiacciare i bottoni della Camera. Come quell'affascinante portavoce che si fa raccomandare dal potente manager, ad esempio. Tutti pronti alla grande lotteria settembrina. Perché la politica è sempre la stessa. È una casta. Un magnamagna. Motivo per il quale prima o poi, tutti bramano di farvi parte.
“Compagno da sempre”. Cerno seppellisce il piddino Calenda