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Elezioni, corsa al seggio nel mondo della politica. Raccomandazioni, messaggi: la casta resta sempre la stessa

Arnaldo Magro
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"I parlamentari non servono più a nulla e anzi, quelli del futuro, andrebbero sorteggiati a sorte. Per dare a tutti la possibilità di entrare in Parlamento". Quanto Beppe Grillo ritenesse inutile avere dei rappresentati politici capaci, lo si capiva già da queste parole del 2014. Uno sfregio anche concettuale a ciò che la politica rappresenta. Poi l'imbarcata stellata dell'ultima legislatura, ha fatto il resto. Veniva proposta di fatto, una lotteria. Un gratta e vinci sul modello 'turista per sempre'. Di quelli che si comprano accaldati in autogrill, immaginando di fuggire lontano mollando il tutto. Il Beppe non è certo l'unico ad avere una considerazione così bassa della politica.

 

 

Basterebbe chiedere ai segretari di partito ad esempio, quanto i loro cellulari stiano ribollendo in queste ore. Dai cento ai duecento messaggi di media al giorno. Sono tutte richieste di un seggio. Possibilmente bloccato. Vi sono fenomeni che si candidano a dicasteri, altri un po' più modesti, che si accontenterebbero di schiacciare i bottoni della Camera. Come quell'affascinante portavoce che si fa raccomandare dal potente manager, ad esempio. Tutti pronti alla grande lotteria settembrina. Perché la politica è sempre la stessa. È una casta. Un magnamagna. Motivo per il quale prima o poi, tutti bramano di farvi parte.

 

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