Dal Pd il veleno su Carlo Calenda: “Vuole rompere, sta cercando solo una scusa”
La ormai proverbiale ‘pazienza di Giobbe’ di Enrico Letta resta. «Figuriamoci», dicono i suoi confermando la disponibilità ad un incontro con Carlo Calenda. Ma stavolta è davvero messa a dura, durissima prova. Il voltafaccia del leader di Azione, che dopo aver concordato con il segretario dem un percorso comune appena qualche giorno fa, nel giro di un paio di giorni ha rimesso tutto in discussione, non è stata presa bene al Nazareno, per usare un eufemismo. «Quando ci si stringe la mano e due giorni dopo salta tutto, vuol dire che stringersi la mano non serve a niente», scandisce Letta. Al Pd sono convinti. Un accordo con Calenda è sempre più lontano.
“Sapete solo alzare le tasse”. Pd con le spalle al muro, l'affondo di Porro e Meloni
Questa è l’impressione che si ricava parlando con diversi dirigenti dem che oggi hanno preso parte alla lunga riunione con Letta dei vertici Pd. «Vuole rompere, sta solo cercando la scusa per farlo», è lapidario un membro della segreteria con l’Adnkronos. La riunione convocata oggi nel primo pomeriggio da Letta è durata oltre due ore e, a quanto si riferisce, sulla lettera inviata ieri da Calenda e Benedetto Della Vedova con le ‘condiziono’ al Pd per l’alleanza c’è stata una bocciatura generale. «Tutti incaz...». Anche per una questione di ‘peso’ di Azione rispetto al Pd. «Ci vuole il senso della misura». Nel corso della discussione alcuni interventi hanno spinto per tentare comunque un’ultima contromossa. Di qui l’appello sottoscritto da tutti i partecipanti alla riunione. Un appello «a procedere, senza veti reciproci nella consapevolezza che ogni divisione oggi rappresenterebbe un regalo alla destra che l’Italia non può permettersi».
La sinistra non sa far altro che litigare. Letta a Calenda: “Mi hai tradito”
Un’ultima chiamata per cercare di uscire dai veti e controveti. Ma la risposta arrivata da Calenda, che ha ribadito le ‘sue’ condizioni, viene letta dai dem come la conferma della volontà di rompere. E c’è anche una questione di metodo stigmatizzata da Letta. Quei veti personali da parte di Calenda che sono quanto di più lontano dallo sforzo inclusivo messo in campo dal segretario dem. «Ma che modo è?», sbotta Letta. Dal Nazareno si sottolinea, di contro, come da parte di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli ci siano stati invece toni concilianti. La possibilità di un accordo resta appesa a un filo sottilissimo e anche alla presenza di altri attori in questa vicenda. Gli alleati di Calenda di Più Europa e in particolare Emma Bonino.
Dopo averlo criticato il Pd si schiaccia sul populismo