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M5S, Beppe Grillo cede sulle deroghe per le candidature. Lo sfogo dei big: “Cerino in mano”
Dovrebbero arrivare oggi, al più tardi domani. Le regole di ingaggio per aspiranti deputati e senatori M5S sono in stesura, con ‘spiragli’ per chi temeva la forche caudine delle norme, stringenti, del Movimento 5 Stelle della prima ora. Ma, come raccontato dall’Adnkronos, dopo la linea dura sul tetto dei due mandati sembrano ora aprirsi spiragli nella ‘trattativa’ tra Beppe Grillo, Giuseppe Conte e il comitato di garanzia sulle regole per le candidature. Si va verso un allargamento delle maglie, dopo giorni in cui il garante voleva tenere intatte le vecchie regole. E invece pare che Grillo nelle ultime ore ci abbia ripensato e sia pronto a cedere sia sui capilista -lasciando a Conte voce in capitolo - sia sul principio di territorialità, vale a dire la vecchia regola grillina per cui ci si candida nelle file del Movimento solo nella propria regione di residenza. Il ‘vincolo di residenza’ dovrebbe essere superato, con il ‘lasciapassare’ del garante.
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Disco verde di Grillo, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, anche alla possibilità per Conte di indicare i nomi da mettere ai primi posti nei listini proporzionali, con un occhio attento alle cosiddette ‘quote rosa’. Le ‘parlamentarie’, ovvero la selezione dei candidati dal basso con un voto online, si faranno - i tempi sono strettissimi ma è lo stesso Statuto del M5S a prevederle - ma si sta virando verso il sistema misto chiesto a gran voce dall’ex premier. Bocche cucite al momento sulle pluricandidature, ovvero sulla possibilità di candidare uno stesso nome in più collegi: il divieto è un’altra vecchia regola aurea voluta da Grillo e Casaleggio per contrastare il ‘sistema’ che, in queste ore, è in discussione.
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Dopo l’altolà del garante alla regola dei due mandati, Grillo sembra dunque al momento più morbido sulle altre richieste, complice la necessità di salvaguardare i pochi big rimasti in corsa e che rischierebbero di ‘saltare’ a causa del principio di territorialità: Chiara Appendino e Stefano Patuanelli, due nomi su tutti. Masticano amaro però i big rimasti nelle file del M5S ma ‘caduti’ sulla mancata deroga dei due mandati. Le chat sono roventi, mentre gli occhi sono puntati sulle regole in arrivo e i cellulari dei membri del comitato di garanzia - Roberto Fico, Laura Bottici e Virginia Raggi - presi d’assalto da chi attende di sapere come va a finire. «Alla fine dei giochi solo noi restiamo col cerino in mano e la campagna elettorale si giocherà sulla nostra pelle...», uno degli sfoghi di un big nelle chat interne.