Nel M5s passa la linea di Beppe Grillo, via dal Parlamento i big a Cinque Stelle
Nessuna deroga al limite dei due mandati. I "big" del Movimento 5 Stelle restano fuori dalle liste per le elezioni del prossimo 25 settembre. Il leader del M5S Giuseppe Conte ufficializza la decisione dopo un confronto con Beppe Grillo che dura da alcune settimane. «Ha vinto la linea di Beppe, il Movimento è salvo», commenta a LaPresse una fonte autorevole pentastellata, ricordando che il garante si era espresso anche pubblicamente per il mantenimento della regola aurea dei Cinque Stelle, fino a definirla «nostra luce nella tenebra».
Lasceranno, dunque, il Parlamento alcuni veterani e "grillini" della prima ora, eletti già nel 2013: tra questi il presidente della Camera Roberto Fico, la vicepresidente del senato Paola Taverna, l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. E poi Riccaro Fraccaro, Vito Crimi, Stefano Buffagni. Restano fuori da una possibile candidatura anche l’attuale assessore della Regione Lazio, Roberta Lombardi, e Virginia Raggi, che addirittura ha già sulle spalle 3 mandati, 2 da consigliera comunale e uno da sindaca di Roma.
È a loro che Conte rende nota personalmente la scelta, prima di affidare a un post su Facebook la comunicazione ufficiale: «Alle prossime elezioni politiche non troverete, tra i candidati del M5S, chi ha già svolto due mandati». Il presidente del Movimento rivolge però un pensiero «a tutti coloro che nel corso dei due mandati hanno lottato contro tutto e tutti per vincere le battaglie del M5S. Sono partiti dai banchetti nelle loro città» e «hanno sopportato sacrifici e subito attacchi e offese di ogni tipo per portare a termine gli impegni assunti con i cittadini», aggiunge, assicurando che «il patrimonio di competenze ed esperienze con loro maturate non andrà disperso. Continueranno a portare avanti, insieme a noi, le battaglie del Movimento», perché «per fare politica non serve necessariamente una poltrona».
I diretti interessati sembrano prenderla bene. «Io sono ineleggibile perché sono al secondo mandato ma non vi libererete di me, perché ho intenzione di vincere con la coalizione di centrosinistra. Voglio tornare a chiudere le cose che devo ancora chiudere», dice Roberta Lombardi, facendo intendere di essere ancora pronta a un mandato da assessore in Regione Lazio, visto che non si tratta di un incarico elettivo ma di una nomina da parte del governatore. Sibillino il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, per il quale «il no di Giuseppe Conte alla deroga al tetto dei due mandati è una scelta in coerenza con le regole», certo, ma «mi auguro con tutto il cuore sia la scelta giusta per il campo giusto». Paola Taverna la butta sui sentimenti: «Il Movimento 5 Stelle è figlio di una visione, un sogno che ha saputo farsi realtà portando nei palazzi la voce di chi non veniva ascoltato. Ringrazio tutti voi per avermi dato la possibilità di essere parte di quella voce in questi 10 anni. Sorrido pensando che forse l’eco delle mie urla contro il sistema e le sue storture continuerà a sentirsi ancora per qualche tempo a Palazzo Madama!».
Conte punta anche su di loro per portare avanti «una campagna elettorale molto dura. Ci hanno spinto fuori dal Palazzo. E lo hanno fatto con astuzia, tentando pure di attribuircene la colpa». Una campagna che, ormai è certo, l’avvocato del popolo condurrà senza il Pd, con il quale non ci sono intese possibili. «Che rapporti può avere il M5S con una forza politica che fa alleanze che vanno da Calenda a Renzi a Di Maio?», si chiede Conte, concludendo: «È un’ammucchiata in cui non ci potremo mai ritrovare».