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M5S, Giuseppe Conte è disperato e cerca alleati. Ma lo snobbano tutti

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Giuseppe Conte è alla disperata ricerca di alleati. Ma è un'impresa. Ieri ha provato a inviare segnali di distensione a Enrico Letta: «Un dialogo col Partito democratico non lo escludiamo. Ci saranno le premesse solo se il Pd vorrà schierarsi a favore dei più deboli, del lavoro, dei più giovani, delle donne». In casa Dem, però, la reazione è stata piuttosto freddina. Anzi, proprio non è arrivata. Tanto che in giornata è arrivata una nuova presa di posizione del Movimento 5 Stelle per ridimensionare le parole pronunciate solo poche ore prima dal suo leader: «In merito alle parole di Giuseppe Conte a Tpi - che alla domanda "è irrecuperabile la situazione con i dem?", ha risposto "un dialogo col Pd non lo escludiamo", si precisa che questa riposta non è in alcun modo da intendersi come una riapertura alla possibilità di una alleanza col Pd in questa campagna elettorale. Conte ha voluto semplicemente chiarire che in prospettiva futura ci potranno essere le premesse per un dialogo solo se il Pd abbandonerà l'agenda Draghi e sposerà un'agenda autenticamente sociale da autenticamente ed ecologica». In effetti, la speranza di dialogo sembra definitivamente tramontata.

 

 

L'ex premier sta lavorando ad un altro progetto, che però stenta ad ingranare. Vorrebbe mettere in piedi una «Cosa rossa», un'alleanza a sinistra del Pd dalla forte impronta ambientalista. Insomma, vorrebbe diventare il Mélenchon italiano, il candidato di sinistra che alle elezioni presidenziali francesi ha sfiorato il ballottaggio con il 21,5%. Per prima cosa, bisogna ricordare che questa area politica nelle ultime tornate elettorali italiane non ha regalato molte soddisfazioni. Alle politiche del 2018 il cartello elettorale di Liberi e Uguali, che raccoglieva Art.1-Mdp, Sinistra italiana e Possibile, ottenne solo il 3,9%. Mentre Potere al Popolo, che comunque non andò oltre l'1,13%, ha già fatto sapere di non gradire un'alleanza con i grillini. L'unico a voler "sposare" Conte senza alcuna remora è l'ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris con la sua Unione popolare. A conferma dell'anima "verde" che dovrebbe avere questa "Cosa Rossa", c'è l'incontro a cena in un ristorante di Roma di alcuni giorni fa del capo politico pentastellato con l'eurodeputato Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi/Ale al Parlamento Ue. Interpellato in merito dall'Adnkronos, l'ex premier ha detto che è stato un «incontro proficuo cui ne seguiranno altri, perché abbiamo tanti punti in comune».

 

 

Il lavoro di Conte non è facile, anche perché nel frattempo deve cercare di sventare l'ennesima spaccatura. Forse irreparabile. Quella sulla regola del secondo mandato che vieta ai parlamentari di candidarsi per la terza volta. Beppe Grillo non ne vuol sentir parlare. Ma l'«avvocato del popolo» sta cercando di far passare solo pochissime eccezioni, per salvare alcuni big del Movimento. Intanto, Letta prova a far cadere i veti incrociati (compresi i suoi) per imbarcare più alleati possibile, a partire da Italia Viva, Azione e la nuova formazione politica a cui stanno lavorando Beppe Sala e Luigi Di Maio. «Il Pd in queste settimane diceva "Renzi ci fa perdere voti, non lo vogliamo", evidentemente hanno fatto due conti e hanno cambiato idea ha detto ieri il segretario di Iv - Dopodiché siamo in una situazione gravissima, dunque prima decidiamo le cose da fare, poi vediamo le alleanze. La politica sembra impazzita, forse è il caldo».

 

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