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Crisi di governo, Mario Draghi tira dritto e scrive ai ministri: “Nessuno stop al Pnrr”

Pierpaolo La Rosa
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L'esecutivo dimissionario di Mario Draghi non potrà scrivere la prossima legge di Bilancio, il cui varo spetterà alla nuova compagine governativa che scaturirà dalle elezioni generali del 25 settembre, ma presenterà la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, la Nadef, entro la scadenza del 27 settembre. Sono queste le conseguenze più immediate dei tempi stretti legati alle Politiche. Intanto ieri il presidente del Consiglio ha firmato, e inviato a ministri, viceministri e sottosegretari, la circolare con le indicazioni sul perimetro, piuttosto esteso, entro cui muoversi, a Camere ormai sciolte. «Il governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell'attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell'adozione degli atti urgenti, ivi compresi gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivanti dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da Covid-19», si legge nel testo che si concentra poi su un'altra questione di particolare rilevanza e delicatezza. L'esecutivo, infatti, «rimane altresì impegnato nell'attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano per gli investimenti complementari (Pnc). Dovrà, in ogni caso, essere assicurata la continuità dell'azione amministrativa».

 

 

Del resto, Draghi due giorni fa in Consiglio dei ministri era stato chiaro: «Dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell'attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato - aveva affermato -. Dobbiamo portare avanti l'implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche per favorire il lavoro del governo che ci succederà». Si comprende, dunque, come la macchina amministrativa per l'attuazione del Pnrr proseguirà il suo percorso. Ma c'è di più. All'esame delle Camere ci saranno nei prossimi giorni provvedimenti importanti, che rientrano sempre nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Prendiamo il decreto Infrastrutture e Mobilità, il cosiddetto decreto Mims 2, ora in commissione Lavori pubblici a palazzo Madama. Le misure dovrebbero arrivare nell'Aula del Senato, ed essere approvate, già la prossima settimana per poi approdare da lunedì 1 agosto nell'emiciclo di Montecitorio, secondo il calendario dei lavori predisposto, per il via libera definitivo. Si tratta di interventi che coinvolgono diversi settori, in continuità ed in sinergia proprio con il Pnrr.

 

 

Ed ancora, nei prossimi giorni è attesa l'approvazione finale del tanto travagliato disegno di legge sulla Concorrenza, che contiene il discusso stralcio dell'articolo 10 sulla liberalizzazione del settore dei taxi. Entro la prima settimana di agosto, inoltre, l'Assemblea del Senato dovrebbe licenziare il disegno di legge delega di riforma del fisco, altro tassello del mosaico del Pnrr. Si obietterà che serviranno i decreti attuativi, alcuni dei quali da varare entro fine anno, per rendere pienamente operativi diversi interventi approvati dal Parlamento. Ma occorre segnalare, tanto per fare un esempio, che i decreti legislativi relativi ai provvedimenti sulla giustizia penale e su quella civile sono a buon punto, mentre c'è ancora molto tempo a disposizione, fino a giugno del 2023, per l'adozione dei decreti legati alla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Malgrado l'esecutivo sia dimissionario, ci sono ampi margini per l'attuazione del Pnrr. Margini che vengono ben definiti dalla circolare di Draghi.

 

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