governo a nervi tesi

Telefonata Conte-Draghi e nelle chat M5s è il panico: "Inversione a U", aria di rivolta in Senato

Dopo oltre cinque ore di Consiglio nazionale del Movimento 5 stelle una linea ancora non c'è. La riunione è iniziata mercoledì 13 luglio poco dopo le 9 e nella metà mattinata era emersa l’ipotesi dell'"Aventino", ossia dell’uscita dei senatori dall’Aula al momento del voto pur mantenendo i ministri M5s al governo. Ma la linea non è condivisa da tutto il Movimento.  Durante una pausa del consiglio grillino Conte e il premier Mario Draghi si sono sentiti al telefono, fanno trapelare ambienti vicini ai pentastellati dopo che si era diffusa la notizia di un "nuovo confronto" tra il capo politico M5s e il presidente del Consiglio. I grillini torneranno a riunirsi alle 19.30, prima della riunione congiunta dei gruppi parlamentari.

 

  

Intanto sulle chat M5s è il panico. "E i senatori chi li tiene?", è una delle domande che rimbalzava questa mattina tra i 5 Stelle, sia tra i vertici impegnati nella riunione fiume del Consiglio nazionale con Conte sia tra i ’peones’ o i volti noti del Movimento a lavoro tra Camera e Senato. A inizio riunione la linea dura - sostenitori del via da Aula senza votare la fiducia - sembrava avere la meglio, ma poi i dubbi e i timori si sono fatti largo, fino a portare Conte a tentare la strada di un nuovo confronto con Draghi, arrivato con una telefonata nel mezzo del Consiglio.

 

Continuano così a serpeggiare i timori interni sulla tenuta del gruppo di Palazzo Madama, nel caso in cui dai vertici pentastellati dovesse arrivare l’indicazione per un voto favorevole al decreto Aiuti. Al Senato, infatti, dove i 5 Stelle contano al momento 62 eletti, siedono i grillini più battaglieri, quelli che vedono la permanenza nel governo Draghi come fumo negli occhi, spiega Adnkronos. Una quarantina sarebbero infatti contrari a votare la fiducia, di questi una decina di ’barricaderos" sarebbero addirittura pronti alla spallata, ovvero a votare contro. Difficile ora convincere i senatori ad andare oltre, votando il decreto che ha già visto l’astensione dei 5 Stelle in Consiglio dei ministri per la contestata norma sull’inceneritore a Roma. I più agguerriti hanno già consegnato un ’messaggio in bottiglia' ai vertici, nel corso del Consiglio nazionale di questa mattina: "una inversione a U io non l’accetto", uno dei messaggi partiti da Palazzo Madama e diretti al quartier generale di via di Campo Marzio.