Giorgia Meloni, appello al centrodestra: "Vediamoci e vinciamo". Il futuro della coalizione
Il vertice tra i leader di centrodestra, ancorché non ancora messo in agenda, è «necessario» per capire «come andare avanti». Parlando a margine del suo intervento di apertura dei lavori degli «Study days» di Ecr, all'Hotel Excelsior di via Veneto, Giorgia Meloni parla della situazione della coalizione dopo i ballottaggi, non nega che ci siano questioni da risolvere ma rifiuta di fare polemiche, soprattutto sui giornali. Il vertice con Salvini e Berlusconi - spiega - «attualmente non è in calendario, ma dal mio punto di vista è necessario che ci si veda il prima possibile. Penso che vadano fatte alcune riflessioni, e che non vadano fatte polemiche, soprattutto a mezzo stampa».
L'obiettivo dell'incontro è semplice: «Bisogna vedersi e parlare con chiarezza su come proseguire, guardando avanti e non guardando dietro», chiarisce il presidente di Fratelli d'Italia, che aggiunge: «La domanda alla quale dobbiamo rispondere tutti insieme è: "Vogliamo lavorare seriamente per governare insieme o ci si lascia spazio per altre soluzioni?". Questa è l'unica risposta che io attendo e sul resto tutto si risolve». Quanto al ruolo di Silvio Berlusconi come federatore, Meloni preferisce richiamare alla responsabilità tutti i leader della coalizione. «Sarei contenta se tutti fossimo un po' federatori del centrodestra - dice - Non mi diverto a fare "conto più io di te". Forse sono l'unica che non l'ha mai fatto, a me interessa capire se vogliamo stare insieme o no. Io vorrei stare col centrodestra, non ho un piano B». Certo i rapporti di forza sono cambiati, con FdI oggi primo partito d'Italia e della coalizione.
«Fratelli d'Italia è stata data per spacciata dal primo giorno della sua nascita e oggi, secondo tutti gli istituti italiani, si impone come primo partito della nazione», rivendica orgogliosa, proiettando poi lo sguardo verso le elezioni politiche del prossimo anno: «Ci aspetta una stagione molto complessa. C'è tanto lavoro da fare, tante sfide da affrontare. Tante elezioni che il prossimo anno si celebreranno. Giochiamo delle partite importati, le nostre campagne elettorali non saranno facili, ma lo sappiamo e siamo pronti ad affrontarle con l'umiltà, la determinazione, la coscienza a posto e con la forza e il coraggio di cui siamo capaci».
Niente polemiche. L'unico sassolino che il leader FdI si toglie è su Verona e su Flavio Tosi. «Ho letto alcune dichiarazioni che considero ingenerose e alcune cose che non ho compreso - dice - In un'intervista un esponente di Forza Italia che dice che bisogna liberarsi di FdI. Vorrei sapere se è la linea ufficiale di FI, oppure no. Ovviamente non lo credo». «Sboarina ha aperto a Tosi, il tema dell'apparentamento è abbastanza tecnico - ricorda ancora Meloni- Non si fa quasi mai, perché favorisce la coalizione avversaria sul piano dei seggi. Sboarina ha detto che era favorevolissimo a un accordo politico. Quando leggo però l'intervista di Tosi, fiero di aver fatto vincere la sinistra, che adesso a occhio lavora anche per farla vincere a livello nazionale dopo le dichiarazioni che ha fatto, il dubbio mi viene...».
Al vertice, quando ci sarà, ci sarà modo di parlare anche di questo. Anche se sulla data, conferma Antonio Tajani, ancora non ci sono certezze. «C'è l'ipotesi di fare un incontro ad Arcore - dice il vicepresidente e coordinatore nazionale di FI - Non credo» questa settimana «ma può essere una questione di pochi giorni». «Il centrodestra ha vinto al primo turno, nel secondo non siamo andati bene ma il vero problema è l'assenza di cittadini dalle urne. Complessivamente direi che abbiamo pareggiato, quando i numeri sono così non vince nessuno - è l'analisi del numero due azzurro - Il centrodestra quando non è unito perde e il grande federatore è Berlusconi». «Credo aggiunge il coordinatore di FI incontrando la stampa a Bruxelles - che l'esperienza di Berlusconi sarà determinante per consolidare la coalizione e risolvere i nodi che ancora non sono stati sciolti. Credo che servano molto buon senso, esperienza, disponibilità, flessibilità. Berlusconi si farà promotore di un confronto approfondito su temi, contenuti, programmi, per rinforzare una unità che deve portarci, rispondendo alle richieste degli elettori, alla vittoria delle elezioni del 2023. Se il centrodestra si affiderà al buon senso e all'esperienza di Berlusconi potrà trovare una sintesi che permetta a questa coalizione di vincere le elezioni e di essere in grado di governare. Bisogna ricucire dove ci sono state delle divisioni».
Parlando poi delle varie ipotesi di partito di centro, Tajani taglia corto: «Il centro alternativo alla sinistra siamo noi, non c'è bisogno di centrini. Ci sono tanti generali senza esercito. Carfagna e Gelmini? Sono tutti periodi ipotetici dell'irrealtà, non ci sono evidenze che Carfagna e Gelmini vadano via da FI». Quanto alla Lombardia, Tajani conferma: «Letizia Moratti candidata? Non se ne è ancora parlato, ne parleranno i leader e bisogna vedere cosa farà Fontana. Sarà il centrodestra unito a decidere le candidature in Sicilia, Lombardia e nel Lazio. Noi preferiamo vincere. Se rimane Fontana lo sosterremo, al momento mi pare voglia rimanere».
Dan.Dim.