dopo la scissione grillina
Luigi Bisignani svela il patto segreto: Meloni senza speranze. Accordo tra Letta, Mattarella e le banche d’affari
“Il Movimento 5 Stelle finirà in una macedonia”. A parlare dopo la scissione tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte è Luigi Bisignani, intervistato da Affari Italiani per fare un punto dello scenario politico attuale: “Di Maio può avere un ruolo in Campania, ma dubito che possa averlo da solo a livello nazionale. Di Maio avrebbe dovuto fare la battaglia dall'interno e cacciare Conte perché è il simbolo che vince. Giancarlo Giorgetti lo imiterà? Non credo, è troppo bravo e troppo pigro per fare una cosa di questo genere”.
Leggi anche: Il piano Pd anti-Meloni: così Enrico Letta trama per non votare mai. Con Mario Draghi premier all’infinito
“Il governo - dice ancora Bisignani - vivacchia come i peggiori della Prima Repubblica. Il presidente del Consiglio non è in grado di tenere insieme la squadra e ora gli cascherà addosso il Pnrr. Tutti danno per finito il governo, anche se c'è la smania di potere del Pd e la mancanza di coraggio del Quirinale che lo tengono in vita. È come un malato di Covid intubato, non ha alcuna spinta propulsiva. Le elezioni? In un Paese serio il prima possibile, ma temo che cercheranno di arrivare a maggio 2023 per fare le nomine. Un accordo di potere tra Enrico Letta, Sergio Mattarella e le banche d'affari che potranno confermare i loro uomini nelle grandi aziende pubbliche e gestire così la politica industriale anche nei prossimi cinque anni”.
Bisignani delinea poi il futuro di Draghi: “Non credo proprio che farà il premier dopo il 2023, finirà come Conte. Tutti dicevano che sarebbe stato premier a vita e poi abbiamo visto come è finito. D'altronde i sondaggi vengono gestiti a Palazzo Chigi e fino a quando sarà premier sarà il migliore di sempre”. Ultima domanda è quella sulle chance di Giorgia Meloni di guidare l’esecutivo: “I poteri forti non glielo faranno fare. Lei dovrebbe indicare adesso un presidente del Consiglio di grande standing e levatura internazionale, se facesse questo gesto aprirebbe il gioco. È giovane, che fretta ha di fare il premier? Vuole farsi massacrare dalle banche d'affari di tutto il mondo? E certo - sentenzia Bisignani - non basterà a salvarla la simpatia di cui gode negli Stati Uniti”.