L'aria che tira, Domenico De Masi e la resa dei conti M5s: ora Di Maio dovrà trovare i voti
“Credo che sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio siano ottimi politici, anzi, gli unici due grandi politici che sono emersi negli ultimi 10 anni. Se avessero pedalato nella stessa direzione sarebbero stati una grande forza nel mondo politico italiano”. In collegamento con la trasmissione l’Aria Che Tira (estate), in onda su La7 nella mattinata di giovedì 23 giugno, il sociologo Domenico De Masi - da sempre vicino ai grillini - ha spezzato una lancia in favore dei protagonisti della scissione del Movimento 5 Stelle. Poi, con uno sguardo rivolto al futuro dell’Italia, ha dichiarato: “E’ un peccato che non si sia creata quella sinergia tra loro”, perché insieme avrebbero potuto realizzare grandi progetti sociali.
Di Maio si prende pure la cassa. Al M5S porta via circa 4 milioni
Nei confronti di chi? Lo spiega l’ospite del conduttore Francesco Magnani: “Verso coloro che mi stanno più a cuore, ovvero la parte più povera del paese. Quei 12 milioni di persone di cui nessun partito si fa carico dopo la morte di Enrico Berlinguer". In questo senso, ha sostenuto il sociologo, “i pentastellati sono stati encomiabili”. Concretizzati i provvedimenti storici del Movimento nel periodo tra il Conte 1 e il Conte 2 (reddito di cittadinanza, decreto Dignità, taglio dei parlamentari) non le pare che il partito abbia esaurito la sua missione storica? Questa è la domanda rivolta dal presentatore a De Masi, che ha ribattuto con veemenza: “Lei scherza. La missione di adoprarsi per quei 12 milioni di italiani in sofferenza a causa del neoliberismo, magari fosse finita. C’è ancora tanto da fare”.
Conte: "Restiamo in maggioranza". Ma adesso è in un vicolo cieco
Con l’addio di uno degli esponenti storici, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ora il Movimento deve ritrovare necessariamente la sua strada, per non sprofondare nel limbo in cui si è cacciato scegliendo di entrare a far parte del governo Draghi. Questo è il quadro illustrato da De Masi: “E’ una frattura che non si può ricomporre, ed è un bene che sia avvenuta perché altrimenti si sarebbe protratta per lungo tempo e sarebbe stata ancor più dannosa. Ora Conte sa su chi può contare e i voti dei 5S li avrà tutti. Il problema ora è per Di Maio, deve trovare i suoi elettori”. L’ex Premier, però, “dovrà dirci che Italia vuole il suo partito”, ha concluso il professore di sociologia del lavoro all’università “Sapienza” di Roma.
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