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M5s, vertice senza decisioni. Parte il processo a Luigi Di Maio ma l'espulsione ancora non c'è

L'espulsione del ministro degli Esteri dal Movimento Cinque Stelle ancora non c'è stata. Dal vertice notturno del Consiglio nazionale pentastellato si è usciti senza decisioni e senza una soluzione definitiva dopo le dichiarazioni esplosive di Luigi Di Maio riguardo a presunti correnti filo-atlantiste all'interno del partito dei grillini. La riunione è stata il momento per raccogliere la rabbia e la delusione contro Di Maio finito sotto accusa di un’ala pentastellata dopo la posizione espressa in merito alla richiesta di bloccare l'invio di armi all’Ucraina.

"Arrabbiati e delusi per gli attacchi di Di Maio" dichiara il presidente della Camera Roberto Fico. "Non capisco perché a un certo punto qualcuno si sveglia la mattina e dice che il Movimento è contro la Nato o contro l'Unione europea. Quando anche il leader attuale del M5S è andato a battere i pugni in Europa e ha costruito il Recovery fund con il Next generation eu…". E ancora: "Di cosa stiamo parlando? - rimarca il presidente della Camera -. È chiaro che siamo con l'Europa per l'Europa ed è chiaro che sosteniamo l'Ucraina in tutti i modi, come è stato sempre detto, ed è chiaro che siamo all'interno di un patto atlantico. Per cui sarebbe assurdo in questo momento soprattutto ancora di più non esserlo. Siccome non c'è questa discussione interna al M5S non capisco perché viene posta. Non è la realtà. Da questo punto di vista - incalza Fico - sono dispiaciuto perché vengono poste questioni non reali, poi i giornali fanno i titoli sulle questioni non reali e sembra che il Movimento sia contro la Nato. È una stupidaggine tutto qua".

  

"Luigi Di Maio non è più un esponente del M5S, parla a titolo personale" denunciavano ieri i grilli annunciando la resa dei conti nel Movimento. Per questo il leader Giuseppe Conte ha convocato una riunione d'urgenza del Consiglio nazionale per fotografare il momento. La posizione dell'ex premier è stata netta: al ministro degli Esteri deve arrivare "un ammonimento molto duro" perché "ha screditato l'immagine del Movimento sia in Italia che all'estero, strumentalizzando vicende delicate di politica estera per uso personale", è il ragionamento. Il capo M5S respinge al mittente le accuse avanzate dal suo predecessore in fatto di Atlantismo e vicinanza all'Ue: "Ci sono le riunioni del Consiglio nazionale a dimostrarlo, è una mancanza di rispetto verso un organo statutario e un'intera comunità", filtra da chi è vicino all'avvocato pugliese.

Tra i componenti del Consiglio nazionale c'è chi è convinto che Di Maio vada espulso subito. A Conte spetterà, quindi, la mediazione. Espellerlo ora significherebbe dargliela vinta, vada via lui in autonomia", dice qualcun altro protetto dall'anonimato. L'ex premier e il ministro degli Esteri sono ormai "separati in casa", ma, raccontano dallo stato maggiore, "cacciarlo adesso non è fattibile". Intanto perché la procedura è lunga e prevede o l'intervento dei probiviri o quello della rete (senza poi considerare la spada di Damocle rappresentata dai ricorsi in tribunale, ancora non del tutto schivata). E poi perché "non abbiamo ancora espulso Vito Petrocelli - fanno notare - . Non è facile procedere nei confronti di un parlamentare, figuriamoci con un ministro". Tutte queste eccezioni, tuttavia, non dovrebbero far estrarre a Conte il cartellino rosso.

Il diretto interessato non intende fare passi indietro. Anzi. "Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l'Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici", insiste in una nota. Il titolare della Farnesina punta poi il dito contro "i dirigenti della prima forza politica in Parlamento" che "invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue". Un atteggiamento "poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all'interno del Governo. Un fatto molto grave", mette nero su bianco chiamando tutti alle proprie responsabilità: "In ballo c'è il futuro dell'Italia e dell'Europa", la sottolineatura.

Il Consiglio nazionale di stanotte è servito anche a definire la linea politica del Movimento in vista della risoluzione che si voterà martedì in Senato dopo le comunicazioni di Mario Draghi in vista del Consiglio europeo. 

Intanto Di Maio, racconta chi ci ha parlato, "è sereno e continua a lavorare", rinfrancato da "tanti messaggi di solidarietà ricevuti dopo gli attacchi". Il ministro degli Esteri "continerà ad esprimere liberamente il suo pensiero, esercitando un atto di democrazia". Le previsioni sul futuro, dopo le lusinghe arrivate da Coraggio Italia e la prospettiva di un ruolo da leader "al centro", intanto, impazzano. "Farà una lista con Giuseppe Sala, il sindaco di Milano al Nord e lui al Sud", la nuova suggestione dei bookmakers. "Stiamo andando troppo in là - assicurano i parlamentari a lui vicini - per ora è in una fase di riflessione".