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Quarta Repubblica, la Lega stacca la spina al governo Draghi? Lorenzo Fontana: “Sono stanco, fosse per me...”

Federica Pascale
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“Se fosse per me… Io sono abbastanza stanco”. Campanello d’allarme per il governo, suonato dal vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana. Ospite della puntata di lunedì 13 giugno di Quarta Repubblica, il talk show politico condotto da Nicola Porro su Rete Quattro, il leghista veneto ha affermato: “Le dico sinceramente che non sono per nulla soddisfatto per come sta andando questo governo, e quindi mi auguro che in autunno si inizi a guardare a quelle che sono veramente le problematiche delle persone, economiche in particolar modo, prima di guardare quello che ci dice questo e quell'altro da qualche altra parte del mondo”. Il deputato, originario di Verona, è evidentemente amareggiato per il risultato ottenuto nella sua città, dove la destra divisa ha lasciato spazio al candidato della sinistra. “A livello elettorale, come Lega, siamo abbastanza contenti perché abbiamo fatto una ventina di sindaci, ma in generale quello che è successo a Verona è esattamente quello che non deve succedere l'anno prossimo” ha sottolineato Fontana.

 

 

“Ci sono dei leader nel centrodestra e non devono scontrarsi, perché se noi ci scontriamo invece di vincere come squadra, perdiamo come singoli. Visto che l'individualismo non è proprio la nostra matrice originaria, bisogna cercare di fare squadra. Se facciamo gli scontri interni, il nostro elettorato si disaffeziona e non va a votare”. Un patto che va sugellato per tutti i prossimi appuntamenti elettorali, e soprattutto per le politiche del 2023, sempreché si sia imparata la lezione di queste amministrative. Il vicesegretario leghista si definisce “uomo libero” prima di ogni altra cosa, libero di dire cosa pensa a prescindere dal suo ruolo: “Dico che se l'obiettivo di questo governo era quello di tentare di fare in modo che non ci fossero o che fossero meno possibili problemi economici dopo la pandemia era giusto provarci, e sono convinto che quella scelta sia stata giusta in quel momento. Però poi non vedo gli effetti per i nostri cittadini a fronte di una situazione economica pericolosa. La Lega risponde all'elettorato, risponde ai propri cittadini, che sono in enormi difficoltà”.

 

 

Prima di tutto i cittadini, gli elettori e il territorio: “Lo sanno tutti come la penso. Se la Lega non è lì per incidere, allora tanto vale che non ci stia. La Lega non è un movimento che governa per governare, la Lega è un movimento che governa per stare vicino ai propri cittadini. Non voglio tornare sul mio territorio dovendo vergognarmi, o essendo in difficoltà perché questo governo non pensa ai cittadini. Se arrivo addirittura a casa di qualche amico o qualche parente e comincio a sentire che mugugnano, significa che le cose non vanno bene”. Dichiarazioni importanti quelle di Fontana, che sembra richiamare all’ordine un segretario troppo distratto, che ha perso quel legame con il territorio che è il cuore e le radici della Lega, e che è stato il trampolino di lancio per Matteo Salvini e il suo exploit ormai al tramonto. “Questa è una riflessione che la Lega deve fare – conclude il vicesegretario -. O il governo cambia o altrimenti faremo le nostre scelte. Poi sarà Salvini con tutti gli altri, molto più bravi e preparati di me, a scegliere, però io da uomo libero e da leghista penso di poter rappresentare una parte di quello che la Lega pensa in questo momento e che forse non è neanche particolarmente minoritaria”.

 

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