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Amministrative 2022, il centrodestra è avanti solo dove è unito

Daniele Di Mario

Il centrodestra va. Eccome<CW-20> se va. Almeno dove si presenta unito. Lo spoglio comincerà oggi alle 14, ma gli exit poll del Consorzio Opinio/Rai su sei Comuni capoluogo al voto (Genova, Verona, Parma, L’Aquila, Catanzaro e Palermo) confermano quanto i leader della coalizione vanno dicendo da mesi: l’unità è un valore. Il problema è realizzarla. E laddove Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, per dinamiche locali, sono andati divisi, il centrodestra fa fatica e, ad eccezione di Catanzaro, al ballottaggio sarà costretto a rincorrere, tentando la rimonta sul centrosinistra.

 

  

A Genova, L’Aquila e Palermo si profila una vittoria al primo turno per il centrodestra unito. All’ombra della Lanterna, il sindaco uscente Marco Bucci è accreditato dagli exit poll di una forbice tra il 51 e il 55%, con il candidato di centrosinistra Ariel Dello Strologo che non va oltre il 36-40%.

 

A L’Aquila Pierluigi Biondi, anche lui primo cittadino uscente, è invece accreditato di un consenso che oscilla tra il 49 e il 53%. Staccatissima la candidata di centrosinistra Stefania Pezzopane, inchiodata al 23-27%. Nel caso in cui Biondi non dovesse vincere al primo turno, per la Pezzopane l’accesso al ballottaggio non sarebbe scontato: il candidato sindaco di Azione, Di Benedetto, la insidia infatti con un consenso stimato tra il 21 e il 25%.

Centrodestra unito anche a Palermo, dove Roberto Lagalla - candidato dall’Udc e sostenuto da Fratelli d’Italia, sul quale successivamente hanno deciso di convergere anche Lega e Forza Italia riunite nella lista Prima l’Italia - è accreditato dagli exit poll di una forbice che va dal 43 al 47%, contro il 27-31% di Franco Miceli. A Palermo per vincere al primo turno basta superare il 40%.

 

Il centrodestra arranca, invece, dove si presenta diviso. A Verona, ad esempio, in testa è dato Damiano Tommasi. L’ex calciatore della Roma candidato dal centrosinistra starebbe tra il 37 e il 41%. Testa a testa (sono stimati pari, appaiati al 27-31%) tra i due candidati di centrodestra Federico Sboarina (l’ex sindaco uscente di FdI appoggiato dalla Lega) e Flavio Tosi (altro ex primo cittadino sostenuto da centristi e FI) per accedere al ballottaggio. A Parma è invece avanti Michele Guerra, che con una forbice che va dal 40 al 44% quasi doppia il candidato di Lega e Forza Italia Pietro Vignali (19-23%). Terzo Dario Costi, di Azione, tra il 10 e il 14%.

A Catanzaro invece uno dei candidati di centrodestra è in testa, si tratta di Valerio Donato (sostenuto da Lega e Forza Italia) che è dato tra il 40% e il 44% e vede il ballottaggio. Se la vedrà con il candidato del centrosinistra Nicola Fiorita (31-35%) e potrà potenzialmente contare sui voti di altri due candidati di area centrodestra: il centrista Antonello Talerico (13-17%) e di Wanda Ferro (la candidata di Fratelli d’Italia è stimata tra il 7 e il 9%).

 

CROLLA L’AFFLUENZA
Neanche il voto nei Comuni e l’elezione diretta dei sindaci riescono a riavvicinare gli italiani alla politica e alle urne. Il «partito dei sindaci» che nel 1993 era in grado di mobilitare l’elettorato è un lontano ricordo. In una domenica calda e di bel tempo, evidentemente scoraggiati e sfiduciati, gli italiani preferiscono il mare ai seggi. L’affluenza alle ore 19 in tutta Italia è del 39,11%, in calo di oltre tre punti rispetto alla precedente tornata elettorale amministrativa di cinque anni fa. Nel 2017 alla stessa ora aveva votato il 42,52% (con un’affluenza definitiva del 60,07%).

DISASTRO PALEMO 
A Palermo il voto si apre all'insegna del caos. In alcune zone della città aprono addirittura dopo ore perché decine di scrutatori e presidenti hanno dato forfait domenica, costringendo la prefettura a cercare di trovare una soluzione. Sono una cinquantina i seggi che non aprono e lo faranno solo con grave ritardo.

Il Viminale, soltanto dopo mezzogiorno comunica, infatti, che «gli ultimi 13 presidenti di seggio si stanno insediando» e che «presto, le operazioni di voto saranno regolari in tutte le 600 sezioni cittadine».

Il caso scatena una polemica politica che le parole di Luciana Lamorgese non riescono a placare. Il ministro dell'Interno parla senza mezzi termini di episodio «gravissimo».

«Senza alcun preavviso - dice la titolare del Viminale - un elevato numero di presidenti di seggio non si è presentato per l'insediamento, ovvero abbia rinunciato all'incarico, ritardando l'avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese». «La Procura di Palermo- aggiunge il ministro dell'Interno - valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune». Il segretario della Lega Matteo Salvini parla di «furto di democrazia, non pensavo che nel 2022 saremmo arrivati a questo. Quando non garantisci il diritto di voto - attacca - o non sei capace o è una scelta voluta. Non vorrei che ci sia qualcuno che le sta provando tutte per non perdere». Salvini- riferisce una nota del Carroccio chiama il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale esprime «preoccupazione e sconcerto», parlando di «grave danno per la democrazia in una delle città più importanti d'Italia». La Lega chiede la proroga del voto fino a oggi, una tesi condivisa da Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia, il cui presidente Giorgia Meloni giudica «gravissimo» l'episodio verificatosi a Palermo.