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Quelle inutili lamentele grilline sulla Rai. Mario Draghi prepara la seconda vendetta

Arnaldo Magro
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«A forza di mostrarti sempre come puro, trovei alla fine uno più puro, pronto ad epurarti». I grillini fino a poco tempo fa ignoravano questa lezione politica del socialista Pietro Nenni. Eccoli dunque inalberarsi con l'ad Fuortes per gli avvicendamenti ultimi, in casa Rai. «Questa è lottizzazione dei partiti, fuori i partiti dalla tivù pubblica. È uno scandalo». La memoria di Conte & co difetta e di parecchio però, dimenticando di quanto accaduto nel 2018. Il Movimento fece di viale Mazzini un fortino pressoché inespugnabile. Da Angelo Carbone a Luisella Costamagna, passando per Alberto Matano e Franco Di Mare, solo per citarne i primi sherpa, tutti erano adepti del potentato di Vincenzo Spadafora. Tutta l'informazione pubblica era in mano loro.

 

 

Ora si indignano invero, perché la perdita di consenso del Movimento equivale anche alla perdita di potere. Si rasserenino perché a nulla servono le lamentele di Giuseppe Conte rivolte a Mario Draghi tramite Carlo Fuortes. Anzi, con ogni probabilità inaspriranno ulteriormente il Premier che dopo le quirinarie ha cerchiato in rosso tre nomi, nella sua personalissima agenda. «Ve ne pentirete» disse loro laconico SuperMario. La vendetta è solo cominciata. Gli altri due facciano attenzione. 

 

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