battaglia

Referendum 12 giugno, la Lega annuncia ricorso contro l'obbligo mascherina

Christian Campigli

Una battaglia per la democrazia. Cinque quesiti fondamentali per il buon funzionamento della macchina statale. Ignorati dalle principali televisioni e dal novanta per cento dei quotidiani. La Lega torna a chiedere maggiore attenzione per i referendum sulla giustizia di domenica prossima. Il Carroccio è convinto che imporre la mascherina a chi si recherà alle urne sia un ulteriore modo per far naufragare l'ipotesi di riforma del sistema giudiziario italiano. “Faremo ricorso: ci sono le feste del Milan, il concerto di Vasco Rossi con centomila persone, puoi andare dove vuoi senza mascherine e domenica, con quaranta gradi, senza mascherine non ti fanno votare. È una follia”. Parole chiare e dirette, quelle pronunciate dal segretario Matteo Salvini a Mattino 5, la trasmissione televisiva in onda su Canale 5. “C'è un clima di censura, un bavaglio e un furto di democrazia sui referendum sulla giustizia che è una vergogna internazionale. La Rai e altri giornali stanno nascondendo i referendum”.

Salvini ha poi affrontato il tema della scuola. “Buon penultimo giorno di scuola ai ragazzi e agli insegnanti. Il penultimo giorno con la mascherina: solo in Italia costringiamo bimbi e insegnanti a restare sei ore con trenta gradi senza alcun senso con la faccia coperta. Speriamo possano fare la maturità respirando”. Il leader del Carroccio è tornato anche a parlare della guerra in Ucraina. E dei suoi rapporti con la Russia. “Io ho zero interessi a Mosca, mai chiesto un rublo o un euro. Sono altri che in passato hanno fatto accordi con Putin”.

  

Sul famigerato incontro con l'ambasciatore russo, l'ex Ministro dell'Interno ha sottolineato che “l'ho detto a tutti. A Draghi? Assolutamente sì, figurati. In ogni caso, fino a domenica mi occupo di Italia, si vota per i sindaci, da lunedì prossimo tutto è possibile. A sinistra c'è chi scherza, Renzi, Calenda, il sindaco di Milano. Ma la guerra non fa ridere, a me terrorizza. Cercare di rimettere al tavolo i combattenti è doveroso, per salvare posti di lavoro in Italia”.