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Beppe Sala snobba il Partito Democratico e tentenna sulla candidatura in Lombardia

Arnaldo Magro
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Se in decenni di centrodestra non si è mai sentita l'esigenza di metterla per iscritto, è solo perché quella regola si norma da sola, grazie al buon senso. Ovvero se un governatore uscente intende ricandidarsi, gli va riconosciuta la priorità. Lo si deve in primis a quell'elettorato che lo ha scelto e votato in precedenza. Per questo in Sicilia, nonostante non vi sia alcuna comunicazione ufficiale, il candidato del centrodestra ragionevolmente non potrà che essere Nello Musumeci. Proprio come in Lombardia, dove nessuno ha mai pensato di ridiscutere la candidatura di Attilio Fontana. Fresco di annuncio tra l'altro del suo partito. A dimostrazione che la norma di cui sopra, resta vigente.

 

 

Se il centrodestra in alcuni Comuni pare dunque inspiegabilmente disgiunto, sulle Regioni non intende regalare nulla agli avversari. Sinistra che sta lavorando segretamente ai fianchi il sindaco Beppe Sala. «Con lui candidato alla Regione vinceremmo a mani basse» sostiene convintamente una senatrice del Pd, molto stimata dal segretario Letta. Pare che Letta e Sala si siano parlati qualche giorno fa. Il «problema» per il Pd è rappresentato ora dallo stesso Sala. Il sindaco meneghino è caratterialmente parecchio ambizioso e fare il Presidente di Regione non sarebbe all'altezza delle sue aspettative. Punta molto, molto più in alto.

 

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