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Tagadà, Gianluigi Paragone a valanga: invasione di profughi affamati, la verità sulla guerra che nessuno vuole sentire

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Il leader di Italexit, Gianluigi Paragone, porta il suo punto di vista controcorrente nello studio di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7. Sul tavolo, naturalmente, ci sono le questioni legate alla guerra in Ucraina e le possibili mosse per raggiungere la pace. 

 

I negoziati come è noto  sono praticamente assenti, con Russsia e Ucraina che si confrontano esclusivamente sul campo di battaglia e le forze armate russe che puntano a conquistare definitivamente il Donbass. Sotto esame di paragone finisce naturalmente la posizione del governo italiano con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che è "partito dal 'Putin è un animale'" e che "compie solamente adesso i primi passi nel terreno della diplomazia", afferma il leader di Italexit che punta il dito contro la strategia dell'Europa che risente degli interessi dei singoli Paesi. 

 

"La Germania ha messo la freccia e se ne è andata. Noi stiamo ancora pagando il gas in rubli. Le sanzioni non servono ad un tubo. Il resto sono chiacchiere" è la sintesi di Paragone. "Uno degli scenari sui quali deve incidere la Ue è l’andare oltre gli interessi nazionali: altrimenti a cosa sserve l’Europa?", attacca Paragone secondo gli effetti della crisi saranno terribili: "Una volta che il colpo di frusta è partito ed ha colpito la parte alimentare è tardi. Arriveranno profughi affamati in Europa. Non c’è pace senza pane: l'ho detto a Draghi in aula", argomenta il leader di Italexit che prevede: i paesi di frontiera si troveranno a gestire arrivi impressionanti.

 

Il dibattito si infiamma sul ruolo dell'Unione europea, finora appiattita sulla posizione americana e sull'invio di armamenti a Kiev. "A me di cosa fa l’Europa frega poco. Io sono per l’uscita", taglia corto Paragone". Ma cosa fare per trovare una soluzione negoziale che facci tacere le armi? "Se ne esce soltanto con una mediazione che coinvolga anche il cosiddetto 'cattivo' della Storia", ossia il presidente russo Vladimir Putin. Dall'altra parte, afferma Paragone, c'è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che "sta facendo propaganda e la UE è ben contenta di prestarsi alla retorica del volemose bene", sintetizza Paragone.

 

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