scontro sulla concorrenza
Sei giorni per salvare il governo: si tratta a oltranza sui balneari
Sei giorni per evitare la crisi di governo. E' stata fissata al 30 maggio la discussione in Aula sul Ddl Concorrenza, con successiva votazione. Almeno sui tempi, insomma, il diktat di Mario Draghi è stato recepito. Ora resta da trovare un accordo sul nodo delle concessioni balneari. Anche se qualche passo in avanti in giornata è stato fatto, con l’avvio delle votazioni in commissione che "mettono in salvo" il ddl Concorrenza e l’accordo sui tempi.
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Si tratta e si continuerà a farlo fino all’ultimo, visto che in commissione verranno esaminati prima tutti gli altri articoli del ddl e solo alla fine l’articolo 2, quello dei balneari. La proposta emendativa, presentata dal viceministro Gilberto Pichetto Fratin, ha convinto. Ma solo in parte. La proroga di un anno delle gare per assegnare le concessioni balneari al 2024 vede l’accordo di tutta la maggioranza. Resta da lavorare sulla seconda parte della mediazione avanzata dal viceministro di Forza Italia: quella degli indennizzi. E il nodo è quello che riguarda l’indennizzo del «valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa». Fonti parlamentari riferiscono all’Adnkronos che da Bruxelles hanno già fatto sapere che questo punto non potrebbe essere accettato e che anche da palazzo Chigi ci sarebbero resistenze. E resta ferma la determinazione di Draghi sull’approvazione del ddl entro fine maggio, con o senza un accordo di maggioranza sui balneari, si spiega in ambienti parlamentari del Senato. «Comunque ad oggi siamo più vicini ad un accordo e sul punto indennizzi... insomma non si può avere tutto», osserva un senatore Pd che segue da vicino il dossier riferendosi alla Lega e parte di Forza Italia. E lo stesso Matteo Salvini a Porta a Porta non sembra alzare le barricate: «Bisogna lavorarci... Sono fiducioso che si possa trovare un accordo».
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Per i dem oggi l’importante è aver portato a casa l’accordo sui tempi e soprattutto l’avvio delle votazione in commissione. Uno scenario che ancora stamattina, prima della riunione di maggioranza, non era affatto scontato. Il timore era quello che la Lega bloccasse tutto il provvedimento finché non si fosse chiuso l’accordo sui balneari. «È andata bene», si commenta tra i dem. E Antonio Misiani, responsabile economico Pd, mostra ottimismo anche sul nodo balneari: «Ci siamo quasi». E la capogruppo Simona Malpezzi: «Mi pare che il clima sia migliorato e con uno sforzo comune si possa arrivare a una soluzione positiva anche sul tema delle concessioni balneari. È un segnale importante che la commissione Industria cominci a votare gli articoli sui quali è stato raggiunto un accordo». Per la presidente dei senatori M5S, Mariolina Castellone, «la sintesi è davvero vicinissima». Anche Forza Italia parla di accordo che potrebbe essere vicino. Dice la capogruppo Anna Maria Bernini: «Vorremmo evitare tutti noi della maggioranza che si desse un messaggio di contrapposizione con il Governo, non è così». Quindi porre la fiducia sul ddl concorrenza «non sarebbe un bel segnale, sarebbe un piccolo schiaffetto al Parlamento», anche perché sulla questione dei balneari «stiamo finalizzando e mi auguro che l’accordo sia vicino». Un quadro che fa dire al ministro Federico D’Incà, oggi in Senato alla riunione di maggioranza: «Oggi è stata una giornata molto positiva».
Per Enrico Letta, che ieri ha duramente attaccato la Lega di Matteo Salvini che mette a rischio i fondi del Pnrr con i suoi distinguo, «il governo non cadrà» sul catasto o i balneari «ma è fondamentale che si mettano i puntini sulle i: abbiamo 200 miliardi di euro dell’Unione europea. La questione chiave è quei soldi spenderli facendo le riforme che sono condizione per farlo».