Il centrodestra prova a parlarsi: “Visioni diverse, ma è recuperabile”. Lega e Forza Italia: solo uniti si vince
Il giorno dopo la fumata nera di Arcore, il centrodestra prova a guardare oltre, cercando di sottolineare ciò che unisce i partiti della coalizione rispetto a ciò che li divide. Caso Sicilia escluso. La frizione con Fratelli d’Italia ha in ogni caso lasciato il segno, soprattutto in casa Forza Italia. Matteo Salvini prova comunque a vedere il bicchiere mezzo pieno, glissando sul comunicato di FdI. «Io sono ottimista e fiducioso, lascio agli altri le agitazioni», dice il segretario della Lega alla Camera all’indomani del vertice del centrodestra. «Io lavoro per unire. In quasi tutti i Comuni dove si va al voto a giugno il centrodestra è unito, ci sono cinque o sei eccezioni. Ieri (martedì ndr.) ci sono stati toni o visioni un po’ diverse, ma niente di irrecuperabile», aggiunge a «Radio Anch’io». La ricandidatura alle elezioni regionali di ottobre di Nello Musumeci, presidente della Sicilia uscente, su cui Fratelli d’Italia spinge da tempo, resta però nel limbo e continua a dividere il centrodestra. Salvini lo sa bene, ma continua a non sbilanciarsi. «L’importante è che decidano i siciliani, non si può decidere a Milano o a Roma. Il giorno dopo» le Amministrative «si può risolvere la questione Sicilia, come abbiamo risolto in passato», assicura il leader leghista.
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Anche se Giorgia Meloni avrebbe voluto chiudere prima su Musumeci, così da non indebolirlo. Da via Bellerio, comunque, si tende ad abbassare i toni. Fonti leghiste, ad esempio, fanno notare come l’elezione di Stefania Craxi a presidente della commissione Esteri del Senato sia «un’ottima notizia, perché dimostra nei fatti la compattezza del centrodestra. Uniti si vince». «È accaduta una cosa abbastanza scontata. FdI tra un candidato M5S e un candidato di centrodestra ha scelto quello di centrodestra», il commento di Giorgia Meloni. «Fratelli d’Italia vuole un centrodestra unito, forte, credibile, vincente, in grado di mantenere gli impegni con gli italiani e per farlo bisogna essere alternativi a Pd e M5S - spiega al Tg2 il capogruppo alla Camera FdI Francesco Lollobrigida - Giorgia Meloni lavora con questo obiettivo, che è l’unica strada possibile. Non tradiremo mai gli impegni con gli italiani». Ignazio La Russa torna sul vertice di Arcore. «Sono stupito: Berlusconi ci ha letto una dichiarazione in cui appoggiava Musumeci e poi alle telecamere ha detto altro», spiega in un’intervista a La Stampa. «Il dato positivo è che ci siamo visti e nessuno ha messo in discussione che alle politiche si debba andare insieme, ma questo è il minimo», aggiunge il vicepresidente del Senato di FdI, che conferma le perplessità di Salvini su Musumeci, tirando in causa Licia Ronzulli e annotando: «Berlusconi ci ha letto una dichiarazione in cui ammetteva che una decisione non si poteva prendere ma si diceva personalmente favorevole a Musumeci. Qualcuno deve avergli suggerito altro. Noi vogliamo andare insieme, ma se dobbiamo rompere, meglio rompere adesso. Ce lo dicano, ci prepariamo», conclude La Russa.
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Intanto le acque restano agitate anche in Forza Italia. Al vertice di Arcore, secondo la Ronzulli, ha «si è confermato che solo attraverso un’unità reale e sostanziale la coalizione, che rappresenta la maggioranza degli italiani, può essere vincente. Il centrodestra è sinonimo di buon governo a tutti i livelli territoriali». La coordinatrice lombarda a la Repubblica spiega che «per vincere ci vuole una coalizione unita. La coalizione è un valore se sta insieme e vince». Quanto ai malumori in FI, «i retroscena sono costruiti ad arte. Non vedo un partito diviso ma una formazione che sta lavorando tanto, che al governo sta ottenendo grandi risultati. La linea la dà sempre e solo Silvio Berlusconi». Parole che stridono con quelle del ministro Mariastella Gelmini: «Non riconosco lo stile e il metodo del presidente Berlusconi - dice al Corriere della Sera - Nel partito c’è un deficit di discussione e condivisione e un problema di selezione della classe dirigente». Malumori anche nei centristi. «Il centrodestra che doveva aprirsi alle formazioni minori, alle esperienze di sindaci e forze civiche, si è riproposto uguale a tre anni fa, chiuso nei tre partiti centrali - spiega Giovanni Toti - Giorgia Meloni è l’unica che sta perseguendo un’idea di centrodestra diverso. Se invece di aprirsi, ci si chiude in casa anche in stanze separate mi sembra un cattivo viatico».
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